Zona industriale: «Ritardi pubblici nelle bonifiche»

Zona industriale: «Ritardi pubblici nelle bonifiche»
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Domenica 22 Maggio 2016, 06:47 - Ultimo aggiornamento: 18:00
Dopo il sopralluogo di marzo nella discarica industriale di Micorosa, la commissione parlamentare di inchiesta sulle Attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, meglio nota come commissione Ecomafie, presieduta dall’onorevole Alessandro Bratti, ha ascoltato i rappresentanti di Basell, Chemgas, Enipower, Versalis e Syndial per verificare lo stato di attuazione delle bonifiche nel Sito di interesse nazionale di Brindisi ma anche altre questioni come quella delle torce del petrolchimico, che pur non riguardando direttamente le bonifiche rappresentano una preoccupazione notevole per i cittadini ma anche per le istituzioni, Arpa compresa.
Proprio su quest’ultimo argomento, interrogato dal presidente Bratti, il direttore industriale di Versalis Giovanni Maria Saporito prima ammette che si tratta dell’elemento «di maggiore criticità che, allo stato attuale, è evidenziato dalla città di Brindisi nei confronti dello stabilimento e di Versalis». Allo stesso tempo, però, chiarisce che «abbiamo un sistema di torce che riteniamo il meglio che la tecnologia possa offrire». Nonostante questo, però, aggiunge un attimo dopo il direttore industriale di Versalis, è in fase di presentazione un progetto «di installazione di un sistema diverso e ancora più efficiente, ma non dal punto di vista emissivo perché – voglio essere onesto – non c’è un problema oggettivo riguardo alle emissioni. C’è, invece, una preoccupazione oggettiva e di condizioni di visibilità della fiamma, che ha un certo effetto».
 
La questione delle torce sembrerebbe quindi una priorità. «Daremo risposta alla cittadinanza - dice il direttore - innanzitutto riguardo alla riduzione degli eventi di torcia, cosa che dipende dall’affidabilità, quindi dagli investimenti di cui parlavamo.
Abbiamo analizzato tutti gli eventi che hanno causato flare e intendiamo trovare una soluzione per evitarli».
Ma durante l’audizione della commissione Ecomafie è emerso anche uno dei tanti paradossi del procedimento per le bonifiche del Sin di Brindisi. Basell, l’unica delle aziende consorziate del polo petrolchimico ad avere sottoscritto l’accordo di programma col Ministero dell’Ambiente per le bonifiche del Sito di interesse nazionale di Brindisi. Basell, sottolinea Ernesto Sgorghi, coordinatore per l’Italia di sicurezza e salute della Basell, ha versato la propria quota ed ha fatto tutto ciò che era di propria competenza ma è ancora in attesa degli interventi di bonifica, che sono a questo punto di competenza statale. «A quanto so - conferma l’amministratore delegato di Syndial Giovanni Milani - non è stata avviata alcuna attività da parte del pubblico».

Tutto questo mentre le altre aziende consorziate, che invece non hanno firmato la transazione con lo Stato, non sono ora possono contare su un sistema di trattamento delle acque di falda con quasi 80 pozzi di emungimento (alcuni dei quali all’interno del perimetro Basell) ma presto potranno anche dare il via alla bonifica visto che i vertici delle società hanno ribadito che il decreto è ormai in arrivo. Chi si è accordato con lo Stato, dunque, non vedrà alcuna bonifica ancora per diversi anni mentre i privati sono già a buon punto.
Sul fronte Micorosa, infine, prosegue la progettazione congiunta tra Syndial e la ditta che ha vinto l’appalto bandito dal Comune (una parte della discarica sarà messa in sicurezza dal privato, l’altra dal pubblico). Dopo giugno, invece, dovrebbero prendere il via i lavori veri e propri.
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