I tre ospedali sacrificati riconvertiti in strutture di assistenza totale 4.0

I tre ospedali sacrificati riconvertiti in strutture di assistenza totale 4.0
di Alfonso SPAGNULO
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 22 Marzo 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 18:33
Un cambio di passo è stato definito nonostante siano state le polemiche e intere comunità si siano mobilitate per contestare. Secondo la Regione Puglia una sanità moderna e innovativa passa attraverso le riconversione degli ospedali dismessi in Presìdi territoriali d’assistenza (gli ormai famosi Pta). Un punto d’arrivo o di partenza? Lo si scoprirà nei prossimi mesi quando saranno attivati i presidi negli ex ospedali di Fasano, Mesagne e San Pietro Vernotico.
I Pta, secondo il piano di riordino, sono un nuovo modello organizzativo che si declina con la presa in carico globale del paziente. Una riconversione, nelle intenzioni dello stesso piano, che sostanzialmente va in direzione di una netta riqualificazione dei servizi ospedalieri e delle strutture nell’ottica di una sanità sempre più al servizio dei territori, sempre più qualificata ma soprattutto sempre più sicura per i cittadini che la utilizzano. E i tre accordi già firmati e operativi dei nuovi Pta di Fasano, Mesagne e San Pietro Vernotico sono stati illustrati ieri mattina, nella sala stampa della Presidenza della regione, dal Governatore pugliese Michele Emiliano e dall’assessore regionale al Welfare Salvatore Negro. «Abbiamo presentato la strutturazione delle organizzazioni territoriali sanitarie che prenderanno il posto degli ospedali riconvertiti di Fasano, Mesagne e Sani Pietro Vernotico - ha detto Emiliano -. Queste riconversioni in realtà daranno vita a Pta già finanziati e che quindi saranno realizzati in tempi brevissimi e che consentiranno di introdurre ulteriori possibilità di diagnosi e cura per i cittadini vicino al luogo della loro residenza. Tutto questo senza però avere il costo gravoso di ospedali che non garantivano la sicurezza, concentrando i servizi nelle sedi maggiormente efficienti e dedicate alla cura delle acuzie». 
 
Non sono mancate parole d’elogio per i tre sindaci dei Comuni interessati. «Anziché cavalcare le polemiche ha detto ancora il presidente della Regione - si sono messi al lavoro, hanno messo la faccia e hanno aiutato la Regione ad applicare norme che sono obbligatorie, corrette e giuste. Sono grato ai sindaci presenti per il contributo che hanno dato e che stanno continuando a dare. Noi continueremo ad andare avanti nonostante le inevitabili polemiche che seguono ogni volta la chiusura di un reparto».
E non è mancata la stilettata al sindaco di Ostuni Gianfranco Coppola. «Vorrei anche ricordare - ha concluso Emiliano -, infine che nella provincia di Brindisi, l’unico Comune che ha conservato l’ospedale è il comune di Ostuni ed è anche l’unico posto dove il sindaco invece di collaborare ha capeggiato la protesta. Mi auguro quindi che quanto prima anche il sindaco di questa città voglia avviare la collaborazione con la Regione, nella consapevolezza della necessità dell’applicazione del Piano di riordino ospedaliero». Facendo riferimento sempre a Ostuni Emiliano ha anche sottolineato come è impossibile tenere aperta pediatria senza un punto nascita.
«I protocolli che presentiamo oggi costituiscono un esempio di come si traducono in realtà i nostri progetti - ha invece sottolineato l’assessore Negro - con questa firma si dà l’avvio concreto al progetto di riconversione degli ospedali dismessi, progetti che naturalmente hanno necessità di finanziamenti. Bene, anche questi ci sono. Ci sono oltre 30 milioni, già disponibili, per i tre Presidi Territoriali di Assistenza». 
Negro ha anche anticipato l’approvazione, da parte della Giunta proprio nella giornata di ieri, di una delibera che consentirà alle Asl di fare ricorso ai tecnici esterni per poter supportare gli uffici tecnici interni. E’ toccato al direttore generale dell’Asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone elencare alcune cifre. Il finanziamento per la riconversione in Pta dei tre ospedali è complessivamente di 30 milioni, 8 milioni di euro per l’ospedale di Fasano, 8 milioni di euro per l’ospedale di Mesagne e 11 milioni di euro per l’ospedale di San Pietro Vernotico. «L’accordo di oggi è frutto di un lungo lavoro che abbiamo fatto in Asl Brindisi - ha detto Pasqualone - è quello che serve alle comunità, non solo delle tre città, ma anche del territorio di tutta la provincia di Brindisi. L’innovazione consiste nel fatto di essere riusciti a condividere questo percorso nuovo nel quale crediamo tantissimo. Cercheremo di attivare tutto il più presto possibile. Dal 1° aprile sarà dato mandato ai direttori di distretto di avviare tutti i percorsi previsti nei documenti». 
Pasqualone, fuori dalla conferenza stampa, ha confermato la chiusura di pediatria ad Ostuni mentre nella Città Bianca il reparto di cardiologia sarà un h12 con reperibilità notturna. Per quanto concerne nefrologia a Francavilla Fontana, anche questo reparto ormai in odore di chiusura, sarà siglato un protocollo d’intesa col reparto di Medicina che permetterà il proseguo del servizio. Hanno partecipato all’incontro con i giornalisti anche i sindaci Francesco Zaccaria (Fasano), Pompeo Molfetta (Mesagne), Maurizio Renna (San Pietro Vernotico) e i consiglieri regionali Pino Romano, Fabiano Amati e Mauro Vizzino.
© RIPRODUZIONE RISERVATA