Flores passa con la maggioranza: l'amministrazione trova i numeri

Flores passa con la maggioranza: l'amministrazione trova i numeri
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Martedì 7 Febbraio 2017, 07:29 - Ultimo aggiornamento: 13:56
«I consiglieri Damiano Flores, Luciano Loiacono, Maurizio Colella, Luigi Sergi e Umberto Ribezzi fondano il movimento politico “Democratici e Socialisti per Brindisi” e propongono un diverso assetto della maggioranza politica a sostegno del sindaco, al fine di garantire alla città di Brindisi stabilità e governabilità».
Così, il più suffragato dei consiglieri eletti nella lista del Partito Democratico, Damiano Flores (817 voti), spacca il suo ex partito annunciando il suo passaggio alla maggioranza e la nascita del gruppo dei Democratici e Socialisti, che di fatto rappresenta un allargamento dei Democratici per Brindisi. Questo sancisce, di fatto, la chiusura della fase di crisi culminata con la presentazione, da parte dei Coerenti per Brindisi di Pasquale Luperti, della mozione di sfiducia nei confronti della sindaca Angela Carluccio firmata dalla maggioranza dei consiglieri comunali, 17 in tutto, Flores compreso. Mozione che dovrebbe discutersi in Consiglio il 16 febbraio prossimo e per la quale servono però 17 voti, che oggi sono diventati 16 contro i 17 (compreso quello della sindaca) della maggioranza.
 
Durante il discorso di Flores, qualcuno tra i banchi del consiglio comunale non capisce cosa sta accadendo. E mentre nelle file della maggioranza si ride soddisfatti, in quelle dell’opposizione (che pensava davvero di essere diventata maggioranza) le facce sono scure.
Ma c’è un messaggio ancora più rilevante, dal punto di vista politico, nel discorso di Flores, concordato naturalmente con tutto il nuovo gruppo. «Siamo convinti sostenitori - dice parlando a nome di tutti gli aderenti al movimento e spiazzando più di qualcuno tra i banchi dell’opposizione ma anche, solo pochi minuti dopo, fuori dal consiglio comunale - del Pd a trazione renziana e riconosciamo a Matteo Renzi la leadership riformista e progressista messa già in campo durante il referendum costituzionale e durante la sua azione di governo negli ultimi due anni».
Parole che qualche attimo dopo si trasformano in quello che sembra un avvertimento al partito da parte di chi, solo pochi mesi fa, da quel Pd è stato mandato via senza troppi complimenti per avere sostenuto fino all’ultimo minuto l’amministrazione Consales, terminata con l’arresto del sindaco. «Avvieremo nelle prossime settimane - prosegue infatti Flores - tutte le azioni utili per contribuire a cambiare il Pd locale, poiché riteniamo esso non rappresentativo dei valori in cui crediamo. Riteniamo altresì che non rispecchi l’idea di un partito plurale, radicato sul territorio e rispettoso delle differenze interne che ne rappresentano la forza e la ricchezza. Siamo aperti ad un dialogo con l’attuale gruppo dirigente locale, provinciale, regionale e nazionale per avviare una nuova futura collaborazione con pari dignità, che possa tendere al nostro futuro approdo naturale».
Approdo che, evidentemente, sarebbe rappresentato dal Partito Democratico. Il quale, però, prende immediatamente le distanze da Flores e dai componenti del gruppo dei Democratici e Socialisti. Prima, direttamente in aula, con il capogruppo Antonio Elefante, che annuncia la cacciata - non ancora formalizzata - di Flores dal Pd. E poi fuori, con le dichiarazioni del segretario provinciale Maurizio Bruno: «Non so come fanno ad utilizzare il nome di Renzi senza che nessuno lo sappia. Queste persone non hanno nessun rapporto col nostro segretario nazionale». Poi, però, Bruno lancia una stoccata rivolta proprio al Pd di Brindisi: «Chi ha individuato Flores come candidato avrebbe dovuto pensarci due volte». Un riferimento chiaro all’ex deputato Giovanni Carbonella, che avrebbe voluto la candidatura di Flores, ma anche, forse, al capogruppo Elefante.
A questo punto, dunque, gli equilibri in consiglio comunale cambiano ancora una volta. Fino a pochi giorni fa, infatti, l’opposizione poteva contare su 17 consiglieri e la maggioranza solo su 15. Oggi come oggi, invece, il conteggio e di 16 pari. Un numero che, di per sé, è già sufficiente “disinnescare” la mozione di sfiducia, per la cui approvazione i voti richiesti sono 17. E questo significa che la sindaca ritirerà le dimissioni prima dei venti giorni canonici, tornando in carica a tutti gli effetti.
I numeri attuali, tuttavia, non garantiscono al cento per cento però, a meno di assenze nell’opposizione, l’approvazione dei provvedimenti che approdano in aula. Solo col voto della sindaca, infatti, la maggioranza riuscirebbe a mantenere il vantaggio.
Facile, però, immaginare che l’entrata di Flores possa aprire la porta ad altre decisioni simili da parte di diversi consiglieri di opposizione. Ma intanto, verosimilmente, al nuovo gruppo - che amplia di due unità i “Democratici per Brindisi” - spetterà un altro rappresentante di giunta. Forse, addirittura, il vice sindaco.
Attualmente, infatti, può contare sull’assessore ai Lavori pubblici Salvatore Brigante e all’assessore allo Sport Maria Greco, oltre che sull’amministratore unico della Brindisi Multiservizi “spuntato” da Umberto Ribezzi dopo uno scontro con la stessa maggioranza. Facile immaginare che la nomina del nuovo assessore possa portare anche ad un rimescolamento delle deleghe.
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