Cittadella della Ricerca, ora si muove la Regione

Cittadella della Ricerca, ora si muove la Regione
di Sonia GIOIA
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Venerdì 29 Aprile 2016, 06:47 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 06:27

Dopo la diffida del rettore Vincenzo Zara, qualcosa si muove, e qualcos’altro frana. Tre lettere inviate nella giornata di ieri testimoniano l’affanno istituzionale sulla questione Cittadella della ricerca e Università, e si muove finalmente la Regione che per mezzo dell’assessore Sebastiano Leo ha fissato un incontro per il 2 maggio alle 9,30 invitando oltre al rettore anche il presidente della Provincia Maurizio Bruno, il commissario a capo del Comune di Brindisi Cesare Castelli, il presidente del consorzio Cetma e il direttore Enea, il presidente di Confindustria Giuseppe Marinò ma anche i venti sindaci dei comuni brindisini e i rappresentanti degli studenti. Si discuterà evidentemente del futuro prossimo della Cittadella e dell’Università di Brindisi, mentre frana ogni possibilità di intervento da parte della Provincia, malgrado la diffida stessa del rettore. 
 
Alla lettera indirizzata da Leo agli attori sulla piazza brindisina interessati alla questione, fanno da contraltare le due lettere a firma del presidente della Provincia Bruno, che ha ribadito l’impossibilità da parte dell’ente di sostenere le spese di pulizia e portierato. Un passo indietro. E’ accaduto pochi giorni fa che 13 lavoratori sono stati licenziati. Si tratta di lavoratori che operano all’interno della Cittadella della Ricerca nei locali dell’Università del Salento: 9 addetti alle pulizie fino a qualche giorno fa in carico alla ditta Servizi Integrati e 4 lavoratori addetti al servizio di portierato in carico alla Sga. Quindi, non solo si perdono 13 unità lavorative, ma a fine mese vengono meno entrambi i servizi. «I tentativi di risolvere le problematiche connesse alla gestione della Cittadella della Ricerca vanno avanti da mesi – ha affermato il rettore Zara - senza alcun risultato concreto. Sono estremamente preoccupato. Le modifiche nelle competenze derivanti dall’applicazione della Legge Delrio non riguardano la nostra Università che, invece, finora è stata costretta a sollecitare gli opportuni incontri e le conseguenti decisioni, a oggi praticamente nulle, di fatto sostituendosi ai compiti di altri Enti territoriali. I servizi di guardiania e di pulizia dovrebbero essere garantiti dalla Provincia di Brindisi fino al 2028, come previsto da una convenzione sottoscritta anni fa».

Malgrado la diffida del rettore, e malgrado la convenzione puntualmente citata, la Provincia alza bandiera bianca: impossibile rispettare i contenuti di quell’accordo, per il venire meno di una serie di condizioni. A differenza di quello che sostiene Zara infatti, Bruno ribadisce: «L’attuale congiuntura economica negativa che attanaglia le Province, ulteriormente inasprita dal quadro normativo inerente il processo di riordino in corso di attuazione e dagli ulteriori tagli previsti dalla Legge di stabilità 2016 che hanno proiettato l’ente in una situazione di grave squilibrio economico-finanziario». Non solo: «Oltre a questo ci sono gli effetti della legge Delrio, che ha circoscritto il campo d’azione degli enti di Area vasta e indicato puntualmente le azioni che permangono in capo alle stesse e alle quali far fronte con le proprie entrate, in base al principio di autonomia». 
In buona sostanza: la Provincia di soldi non ne ha, quindi nisba.

Da qui l’aut aut: entro cinque giorni l’Università è invitata a ridefinire gli accordi con l’ente rivedendo la convenzione. Diversamente la Provincia «si vedrà costretta a recedere unilateralmente». A meno che la riunione del 2 maggio non partorisca il miracolo sperato. 

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