Meningite batterica: 14enne ricoverato nel reparto Infettivi

Meningite batterica: 14enne ricoverato nel reparto Infettivi
di Maurizio DISTANTE
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Martedì 24 Gennaio 2017, 07:24 - Ultimo aggiornamento: 13:11
I primi esami di laboratorio effettuati sul ragazzo di 14 anni ricoverato ieri pomeriggio nel reparto di malattie infettive dell’ospedale Antonio Perrino escluderebbero la presenza dei microorganismi responsabili delle temutissime meningiti epidemiche, quelle del tipo B e C che hanno provocato in questo periodo un assalto al vaccino, dopo i diversi casi di contagio registratisi nelle scorse settimane soprattutto in Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. 

Secondo l’equipe medica che ha in cura il paziente, infatti, il giovane avrebbe contratto una meningite di tipo batterico non diffusiva, causata da un microorganismo diverso da quelli che provocano le infiammazioni fulminanti. Un quadro della situazione più chiaro ed esaustivo emergerà durante la giornata di oggi: in queste ore, infatti, i sanitari stanno completando il set di esami strumentali e di laboratorio sul liquor, il liquido cefalorachidiano, un fluido corporeo che si trova nel sistema nervoso centrale, del 14enne, per individuare con esattezza l’origine dell’infiammazione che ha interessato le meningi del ragazzo. Intanto, per massima sicurezza, il giovane è ricoverato in isolamento ed è sottoposto a una terapia ad ampio spettro che permette di contrastare la proliferazione di una vasta gamma di microorganismi, tra i quali anche quelli responsabili delle temutissime meningiti di tipo B e C.

È bene sottolineare che non c’è alcun allarme per eventuali contagi derivanti dall’essere entrati in contatto nei giorni scorsi col 14enne: l’autorità sanitaria, valutata attentamente la situazione, ha deciso di non sottoporre ad alcuna profilassi neanche i famigliari del ragazzo, proprio perché convinti di non essere di fronte a una versione della malattia particolarmente aggressiva. Al momento, infatti, il 14enne non sarebbe in pericolo di vita anche se la sua prognosi è riservata: non c’è alcun segnale che possa ricondurre la sua condizione con quella delle cosiddette “meningiti fulminanti” che portano rapidamente alla morte dei soggetti affetti per l’estrema violenza e forza dell’infezione contratta e dipendente soprattutto dai meningoccocchi del tipo B e C. 

Detto, quindi, che molto difficilmente le analisi cui è stato sottoposto il 14enne diranno qualcosa di diverso da quello previsto dai sanitari, bisogna anche evidenziare che, qualora fosse confermato il quadro già tratteggiato, non si potrebbe parlare neanche di un’infiammazione derivante dalle complicanze di un’influenza, caso che non di rado si presenta agli occhi dei medici. Questa volta pare che il ragazzo sia stato preso di mira da un diverso batterio che, fortunatamente, non sarebbe diffusivo, ossia che non presenterebbe quelle caratteristiche di estrema virulenza nella diffusione come nel caso del meningococco di tipo B o C. 

Le analisi in corso in queste ore stabiliranno quale microorganismo potrebbe essere il responsabile della malattia; potrebbe trattarsi, ad esempio, di uno streptococco e non di un meningococco. Ipotesi a parte, la cosa che al momento sembra fondamentale è la relativa tranquillità dei sanitari che non solo hanno bollato la patologia come “non diffusiva” ma hanno anche ritenuto non necessaria la profilassi per i famigliari del 14enne, nonostante stiano somministrando al paziente una terapia ad ampio spettro utile a contrastare diversie forme di meningite, tra le quali le temute B e C. 

La giornata di oggi, quindi, si rivelerà cruciale: se i risultati degli esami dovessero confermare le anticipazioni dei medici, non dovrebbe scattare alcun allarme, vista la situazione che risulterebbe sotto controllo. Se il batterio dovesse rivelarsi diverso dal meningococco B o C, come si tende a pensare, non ci sarebbe alcun motivo per correre e vaccinarsi anche se il servizio di igiene e sanità pubblica dell’Asl ha disposto, da qualche settimana, delle aperture straordinarie nel pomeriggio degli ambulatori vaccinali, proprio per far fronte alla crescente richiesta di sieri antimeningococcici. 
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