Cantiere sulla “Fontana Tancredi”: riesplode l’ira

Cantiere sulla “Fontana Tancredi”: riesplode l’ira
di Vincenzo MAGGIORE
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Venerdì 21 Ottobre 2016, 08:53 - Ultimo aggiornamento: 16:36
Sono ufficialmente ripresi i lavori nel cantiere aperto nei pressi della Fontana Tancredi di Brindisi a distanza di un anno dall’interruzione. La circostanza ha subito provocato la reazione da parte delle associazioni che esattamente dodici mesi fa si erano espresse contro un progetto edilizio che avrebbe potuto mettere a rischio uno dei beni monumentali più importanti della città. Motivo per cui Italia Nostra, Legambiente, Fondazione Tonino Di Giulio, Acli Città di Brindisi, Touring Club Italiano - Club territoriale di Brindisi, Amici dei Musei, Club per Unesco Brindisi, rappresentate dal legale Stefano Latini,  hanno indetto una conferenza stampa per lunedì 24 ottobre alle ore 16, proprio davanti alla Fontana Tancredi.
 
Come una saga cinematografica, la storia riprende da dove era stata sospesa. L’apertura del cantiere nel quartiere Minnuta che prevedeva l’edificazione di un’abitazione residenziale di tre piani (più un piano seminterrato) fu accolta negativamente da molte associazioni ed esponenti politici del territorio che si dichiararono contrari al progetto approvato dall’amministrazione comunale e dalla Soprintendenza ai beni monumentali. Alla base di tale opposizione furono portate varie ragioni: in primo luogo, venne sottolineata la pericolosità di un’opera che avrebbe inciso in termini strutturali sulla fontana restaurata tre anni prima; in secondo luogo, trovarono spazio le proteste di chi credeva che il progetto fosse un chiaro scempio da un punto di vista estetico, paesaggistico e artistico. 

Ai primi venti giorni di lavoro ha fatto seguito una lunga “pausa di riflessione” legata alla necessità di far chiarezza sulla vicenda anche alla luce dell’esistenza di un vincolo posto dalla stessa Sovrintendenza nel 1968, una sorta di richiamo a fare attenzione a tutelare l’ambiente. 
La zona compresa tra via Del Lavoro e via Della Vite è stata così messa in sicurezza per evitare di compiere errori irreversibili di cui pentirsi successivamente.
Ora che la pausa è terminata e i lavori sono ripresi, il tema è nuovamente d’attualità. Quindi, la fazione dei contrari torna a far sentire la propria voce.

«Il movimento di gruppi del territorio che si schierò contro l’opera è rimasto vigile in attesa di ulteriori sviluppi – specifica Maria Ventricelli, vice presidente di Italia Nostra (associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione) – il nostro intento attuale è quello di sollecitare un intervento della Sindaca Angela Carluccio che durante l’ultima campagna elettorale aveva garantito il proprio impegno in favore della tutela dei beni monumentali. Da settembre abbiamo provato a fissare un incontro con la Prima Cittadina, ma non c’è ancora stata la possibilità di un confronto diretto. In realtà, il Comune di Brindisi dovrebbe fornire da tempo una documentazione in materia richiesta dall’ente provinciale attraverso ripetuti solleciti».

D’altro canto, il passaggio dall’amministrazione guidata da Mimmo Consales a quella attuale, intervallato dalla parentesi del Commissario Cesare Castelli, non deve aver agevolato le operazioni. «Ci risulta che l’impresa di costruzione abbia richiesto al Comune di Brindisi un altro terreno su cui edificare - conclude la vice presidente di Italia Nostra - l’amministrazione, a sua volta, avrebbe sottoposto il caso a valutazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Senza provvedimenti ulteriori, l’azienda ha ripreso l’attività interrotta».
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