Incastrato con il piede nella cisterna: grave un operaio di 19 anni

un'autoambulanza
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di Michele Iurlaro
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Venerdì 26 Agosto 2016, 12:01 - Ultimo aggiornamento: 17:22
È rimasto incastrato con il piede all’interno della cisterna dove si era calato per eseguire alcuni lavori di pulizia e manutenzione. Ora, è ricoverato al Policnico di Bari, in prognosi riservata. Non è in pericolo di vita, ma le diverse ferite riportate al piede destro preoccupano i medici del nosocomio barese.
Vittima dell’ennesimo incidente sul lavoro è un operaio 19enne di Francavilla Fontana, Francesco Lanza, in forza alla ditta della Città degli Imperiali Taurisano Service che, ieri mattina, si trovava in un oleificio della zona industriale di Monopoli, in via Baione, per eseguire, appunto, le canoniche operazioni di manutenzione dei silos raschiando i residui della passata spremitura e l'acqua piovana.
Il ragazzo, secondo quanto appreso, durante alcune operazioni di routine, sarebbe rimasto incastrato con il piede, finito all’interno di una fessura, attivando in maniera del tutto fortuita il macchinario di ventilazione del silo. L’arto sarebbe quindi entrato in contatto con delle ventole. L’allarme è stato immediatamente lanciato. Sul posto, i carabinieri della compagnia di Monopoli, un’ambulanza del 118 e i tecnici della Spesal, che hanno eseguito i primi rilievi per verificare eventuali responsabilità in tema di sicurezza e prevenzione sul posto di lavoro.
Il ragazzo, invece, in codice rosso, è stato trasportato d’urgenza al Policlinico di Bari, dove è tutt’ora ricoverato. I medici non hanno ancora sciolto la prognosi, ma lo sfortunato 19enne non è in pericolo di vita. Piuttosto, a preoccupare sono le condizioni del piede destro.
Impressionante il numero di incidenti sul lavoro avvenuti, su tutto lo stivale, negli ultimi 10 anni. Tra corsi e ricorsi storici, proprio in un oleificio della zona industriale di Monopoli, nel 2006, due operai francavillesi, Beniamino Argentina, 55 anni, e Giuseppe Parisi, 33 anni, morirono durante le operazioni di pulizia di un silos, probabilmente a causa delle esalazioni tossiche prodotte dai residui e fuoriuscite a cause delle alte temperature.
Nel solo biennio 2006-2008, si legge in un vecchio report stilato dall’Inail, furono 18 i lavoratori che persero la vita in cisterne o silo. Nel marzo del 2008, a Molfetta, in un tragico concatenarsi di tentativi di soccorso, morirono 5 operai all'interno di una cisterna utilizzata per il trasporto di zolfo liquido che stavano pulendo in un capannone della zona industriale.
Ieri mattina, secondo quanto appreso, si sarebbe trattato di una fatalità e le operazioni di primo soccorso sono state rapide immediate. Sull’episodio indagano ora i carabinieri della compagnia monopolitana coadiuvati dai tecnici della Spesal. A loro il compito di accertare la corretta osservanza o meno delle procedure di sicurezza e prevenzione sul posto di lavoro.
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