Si "taglia" la falesia: partite le operazioni contro il rischio-crolli

Si "taglia" la falesia: partite le operazioni contro il rischio-crolli
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Sabato 21 Novembre 2015, 15:33 - Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 18:19
Sono destinati a cambiare il volto di parte del litorale nord di Brindisi i lavori per la rimodulazione della falesia partiti finalmente alcuni giorni fa dopo una serie di problemi burocratici sbloccati dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Ad eseguirli, la brinsina R.A. Costruzioni, che è già all’opera con uomini e mezzi nei dieci punti di intervento scelti dall’amministrazione comunale tra le aree inibite al transito e alla balneazione per il rischio di crolli.



La falesia, resa pericolosa dall’erosione costiera che ne consuma la basa, provocando crolli, sarà in buona sostanza tagliata ed abbassata. E in alcuni punti si interverrà anche con la messa in sicurezza attraverso l’utilizzo di grossi massi alla base. Ma la parte principale è costituita dal taglio e dal conseguente abbassamento. Proprio in questo modo, infatti, si riuscirà ad eliminare il vincolo Pg3 (area a pericolosità geomorfologica molto elevata) stabilito dall’Autorità di bacino della Puglia dopo l’incidente in cui perse la vita, all’altezza di Apani, un giovane ricercatore tarantino.



E proprio da quel punto, simbolico, sono partiti i lavori di taglio e abbassamento. Che procedono con rapidità. L’avvio ufficiale risale al 29 ottobre scorso ed in molti dei punti il taglio è già iniziato. E le operazioni dovranno concludersi entro 133 giorni dalla data di avvio, visto e considerato che la gara d’appalto non prevedeva solo offerte a ribasso sui prezzi ma anche sui tempi. Questo significa che tutto dovrà concludersi entro il prossimo mese di aprile.



Ma, naturalmente, il lavoro non comprende solo l’operazione di taglio. Subito dopo, infatti, le ruspe “ridisegnano” il profilo della falesia rendendolo più “morbido” e molto meno ripido. Poi, alla base della costa alta, saranno piazzati dei massi di contenimento, per ridurre l’effetto di erosione delle onde, che poi è la causa principale dei crolli. Questo per quanto riguarda gli interventi strutturali. Ma dopo questi lavori, si passerà alla piantumazione di essenze varie, ricostituendo così la fascia di macchia mediterranea. Non basta. Dall’alto della falesia sarà sempre possibile raggiungere la spiaggia sottostante con delle scale che saranno appositamente installate.



In questo modo, con un costo che si avvicina ai 3 milioni di euro, saranno effettuati interventi su dieci punti selezionati del litorale a nord del capoluogo. E questo significa che saranno recuperati alla fruizione da parte di cittadini ed eventuali turisti circa tre chilometri di costa. E così potranno nascere nuovi stabilimenti balneari, che secondo quanto promesso qualche giorno fa dall’assessore all’Urbanistica e alla Riqualificazione della costa Pasquale Luperti saranno messi a bando.



Mentre proseguono le operazioni sui dieci “mini-cantieri”, il Comune è al lavoro per provare ad ottenere i circa 12 milioni di euro necessari per l’installazione lungo quasi tutta la costa nord - da Apani fino a punta Penne - di barriere sommerse in grado non solo di fermare ma anche di invertire il trend dell’erosione costiera, che negli ultimi anni ha letteralmente cancellato diversi tratti sabbiosi del litorale.



In questo modo, si potrebbe pensare di utilizzare anche la sabbia che, per il tramite del presidente di Assobalneari Salento Mauro Della Valle, il Comune è riuscito ad ottenere ad un prezzo concorrenziale da una cava nel Barese. E così, il ripascimento di tutte le spiagge sulla costa nord sarebbe completo. Con una ciliegina sulla torta da non sottovalutare: il recupero dell’ex lido degli ufficiali della Marina militare, a cala Materdomini, che già entro la prossima estate potrebbe diventare una spiaggia pubblica attrezzata. L’unica di questa tipologia lungo tutto il litorale brindisino e la più vicina tra gli stabilimenti balneari al centro della città.
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