Movimenti sul piede di guerra per lo sgombero del dormitorio

Movimenti sul piede di guerra per lo sgombero del dormitorio
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Sabato 19 Agosto 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 22:25
Chiude, almeno temporaneamente, il dormitorio per migranti di via provinciale San Vito. E scoppia la polemica con le associazioni vicine al centrodestra, che chiedono conto al commissario straordinario Santi Giuffrè promettendo di non fare sconti a nessuno.
Proprio alla fine della scorsa settimana, in effetti, squadre di operai di Ecotecnica e Multiservizi, con un vero e proprio blitz coordinato dalla polizia municipale, avevano ripulito tutta l’area esterna del dormitorio da masserizie e carcasse di bici e moto e da tutto il materiale accumulato nei mesi trascorsi dall’ultima pulizia.
E proprio in questa occasione, le autorità si sono rese conto che anche la situazione all’interno della struttura era tornata fuori controllo. Da diversi mesi, infatti, il dormitorio non è vigilato in alcun modo, ogni servizio di manutenzione è stato interrotto, in particolare da quando lo scorso 30 aprile è scaduta l’ultima proroga concessa alla cooperativa “La città dei servizi” che si occupava dell’apertura e della chiusura della struttura, oltre che della guardiana notturna. Il 12 maggio poi il servizio è stato affidato alla Multiservizi. In realtà il cambio di testimone non c’è mai stato e l’intera struttura è stata lasciata allo sbando.
È stata stabilita, quindi, la chiusura temporanea della struttura per interventi urgenti di risanamento e manutenzione. Tutti gli ospiti che alloggiavano nel dormitorio, dunque, dovranno lasciare la struttura con a seguito gli oggetti personali ed i propri mezzi di trasporto.
Dal 5 settembre, inoltre, gli stessi ospiti potranno rivolgersi presso lo sportello informativo della Caritas Diocesana.
Ma la decisione ha creato non poco scompiglio nell’Ugl e nei movimenti “+39”, “Periferia”, “Proiezione Futuro” e “Riva Destra”. Per questo, i loro rappresentanti, rispettivamente Ercole Saponaro, Massimo Ciullo, Massimiliano Oggiano, Gianluca Alparone e Massimiliano De Noia chiedono lumi al commissario Giuffrè in particolare rispetto al luogo in cui saranno sistemati i migranti attualmente ospiti del dormitorio, visto che la data di sgombero è abbastanza vicina.
«Se qualcuno, in preda ad un delirio collettivo filocommissariale, pensa che la decisione potrà essere presa - mettono in guardia le associazioni - in spregio alla volontà dei residenti dei vari quartieri interessati, allora non ha ben compreso che verrà opposta una strenua resistenza verso tutte quelle scelte non condivise dai cittadini italiani di Brindisi. Nessuno sconto, né a prefetti né a commissari né a subcommissari».
Le associazioni, inoltre, chiedono chi abbia consentito che nella struttura, in questi anni, «potesse essere accolto un numero così elevato di migranti, superiore alla capacità consentita». Ma anche di chi sia la competenza in materia e, dunque, chi sia responsabile «di questa gravissima situazione».
 
E se tutto questo, fino ad oggi, è avvenuto nel rispetto della legalità, si chiedono i rappresentanti delle associazioni vicine al centrodestra, «allora perché spostare i migranti a fine settembre? S se, invece, la situazione non era legittima chi risponderà di tale stato di illegalità, anche sotto il profilo dei danni, della quantità e qualità delle risorse impiegate e dei costi di bonifica del sito?».
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