Dormitorio troppo piccolo per tutti i migranti: in 170 verso lo “sfratto”

Dormitorio troppo piccolo per tutti i migranti: in 170 verso lo “sfratto”
di Lucia PEZZUTO
3 Minuti di Lettura
Sabato 16 Settembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:58
Parte lo sgombero del dormitorio in via provinciale San Vito a Brindisi, via i primi migranti, entro il 30 settembre cominceranno i lavori di bonifica e sanificazione della struttura.
Sono partite ieri mattina le prime operazioni di sgombero all’interno del cosiddetto dormitorio che attualmente ospita circa 250 migranti a fronte di 80 posti consentiti. Le operazioni sono state condotte dagli operai della Multiservizi, società in house del Comune di Brindisi, dagli operatori di Ecotecnica con l’ausilio dei vigili del fuoco e dalla polizia municipale che ha allestito un presidio fisso per controllare l’ingresso alla struttura.
In prima battuta ieri mattina è stata effettuata la pulizia del piazzale esterno, gli uomini della Multiservizi hanno provveduto alla rimozione dei motocicli e tutti gli altri mezzi che si trovavano all’interno del perimetro. Ancora una volta è stata ripulita l’area con l’asportazione di masserizie e materiale ferroso. Il piazzale è stato ripulito per consentire al Comune di collocare due containers dove nelle prossime settimane troverà alloggio solo una piccola parte dei migranti ora presenti nella struttura. L’idea del Comune è innanzitutto di riportare il numero degli ospiti da 250 a 80 così come prevede il regolamento.
Per questo motivo anche gli agenti della Digos sono impegnati in queste ore nell’identificazione dei migranti verificando se tutti siano o meno in possesso dei permessi di soggiorno e regolari documenti. Gli operatori sociali hanno distribuito tra i migranti un questionario da compilare in cui inserire le proprie generalità e dichiarare se hanno o meno un posto di lavoro e chi siano i loro datori. Questo consentirà di fare una prima scrematura degli aventi diritto all’ospitalità, dopo si deciderà chi potrà restare e chi andrà via. Il criterio di selezione non è stato ancora reso noto, una corsia preferenziale l’avranno coloro che svolgono un lavoro regolare e continuativo, in pratica la maggior parte visto che 80% degli ospiti quotidianamente sono impegnati nelle aziende agricole della provincia di Brindisi. 
Ridotto il numero degli immigrati ad 80 il Comune li dividerà in due gruppi da 40 in modo tale che una metà continui ad alloggiare nella struttura del dormitorio ed un’altra metà sia ospitata in due containers collocati sul piazzale interno. I lavori di sanificazione della struttura si svolgeranno così in due trance. In una parte dell’immobile si svolgeranno i lavori e nell’altra dormiranno gli ospiti, completata la prima parte si passerà alla seconda invertendo i due gruppi di migranti.
 
I lavori all’interno del dormitorio si sono resi necessari perché la struttura è in stato di totale abbandono da mesi, i migranti in sovrannumero vivono tra la sporcizia, su giacigli di fortuna e il rischio igienico sanitario è altissimo.
La struttura è al collasso da quando il 30 aprile scorso è terminata la proroga alla cooperativa che gestiva il centro. Il 12 maggio, poi, il dormitorio è stato affidato alla Multiservizi, di fatto la società non è mai subentrata. 
In questi mesi la struttura è rimasta allo sbando totale, in autogestione. Ora però è al collasso e il Comune corre ai ripari: entro il mese di ottobre dovrà essere sanificata e i servizi, soprattutto quelli igienici, ripristinati. Il dormitorio è un centro di accoglienza notturna, messo a disposizione di chi ha bisogno di un luogo per dormire. Tuttavia fornisce una sistemazione temporanea e gli ospiti che usufruiscono dell’accoglienza debbono sapere che scaduto il termine previsto devono trovare un altro luogo in cui vivere. Nel dormitorio di via Prov.le San Vito vi sono migranti che hanno la residenza e sono lì anche da sei sette anni.
La Caritas Diocesana di Brindisi ha messo a disposizione uno sportello informativo ma da indiscrezioni trapela che sarebbero disponibili anche dei biglietti ferroviari per chi volesse lasciare la città e ricongiungersi alla propria famiglia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA