Crisi dell'aeronautica, a Brindisi persi 948 posti di lavoro in sette anni

Crisi dell'aeronautica, a Brindisi persi 948 posti di lavoro in sette anni
di Francesco TRINCHERA
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Mercoledì 23 Febbraio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 23:09

In sette anni persi 948 posti di lavoro nel settore dell’aeronautica. I numeri della crisi più di ogni altra valutazione sul tema, chiariscono la necessità e l’urgenza dell’articolato sistema di misure per far fronte alle tante vertenze occupazionali che affliggono il territorio brindisino. Il piano della Prefettura, dopo il tavolo territoriale che si è tenuto nella sala conferenze dell’Autorità portuale alla presenza dei rappresentanti istituzionali e dei diversi attori del mondo produttivo, prevede infatti diversi tipi di iniziative che mirano a mettere a sistema i possibili interventi del Pnrr e la creazione di strumenti di monitoraggio del territorio, ampliando quanto già era stato espresso nell’assemblea. Spiegando più nel dettaglio la propria strategia, quindi, l’Ufficio territoriale di governo ha parlato di una “ricognizione sul territorio delle progettualità in fase di approvazione”, tra quelle “che saranno presentate da enti locali e da altre istituzioni pubbliche a valere sui fondi del Pnrr”.
Lo scopo, quello di consentire alle aziende del territorio “di programmare le attività in anticipo, formare personale e partecipare ai bandi di gara che, via via, saranno emessi, previo anche un costruttivo confronto con le associazioni sindacali, per la ricerca di manodopera”.

Le strategie in campo

L’impegno della Prefettura in questo senso è che di provvedere “alla ricognizione mettendo i risultati a disposizione delle associazioni di categoria”. Altro tipo di intervento, la creazione di una cabina di regia sui progetti del Pnrr che sono dedicati ai comuni sulla costa “al fine di condividere le strategie di rilancio e riqualificazione con le associazioni del mondo del commercio, della ristorazione e del settore turistico in genere”. Ancora, c’è la volontà di predisporre “una piattaforma con i principali obiettivi di rilancio della zona industriale di Brindisi e del suo porto”, che sarà poi presentato al governo, “anche al fine di valutare la realizzazione di un nuovo accordo di programma che attragga nuovi investimenti nella fase della transizione ecologica, al fine di garantire i livelli occupazionali esistenti”. La Prefettura, inoltre, invierà anche un report all’esecutivo contente proposte e relazioni (come i cosiddetti “position papers”) arrivati da Confindustria Brindisi, Confocommercio, Confersecenti e dall’Autorità Portuale. 

I numeri

Il tema occupazionale, quindi, è uno di quelli che ancora tiene banco nel dibattito pubblico. E in questo senso, tornando ai numeri, è chiaro il messaggio della Uilm, che fa una riflessione sullo stato dell’arte nel settore aeronautico. Il segretario Alfio Zaurito ha sottolineato come si sia passati da 1.651 addetti nel 2015 a soli 703 nell’anno in corso, anche in virtù delle tante crisi delle aziende del settore. Ai mille posti di lavoro persi “sarebbero da aggiungere il 103 in meno delle manutenzioni industriali all’Enel di Cerano ed i 37 sempre dello stesso troncone merceologico all’interno dello stabilimento Petrolchimico di Brindisi”, con particolare preoccupazione anche per gli occupati brindisini in Leonardo a Grottaglie.

Dato che è in controtendenza, per il segretario Uilm, con quanto detto dal bollettino della Banca d’Italia, per il quale il Pil nazionale crescerà del 3,8 per cento nel 2022 e del 2,5 nel 2023 “con graduale aumento dell’occupazione fino ad arrivare a livelli pre-crisi pandemica alla fine dell’anno in corso”. Numeri che evidenzierebbero una disparità tra nord e sud e per questo il sindacalista ritiene “opportuno chiedersi fino a che livelli di disoccupazione saremo disposti a sopportare un tale scempio sociale che risuona in ogni cantone della provincia, con ovvie ripercussioni su tutti i settori”. Rammaricandosi delle “altissime opportunità industriali con attrattive per molti soggetti economici da qualsiasi parte del mondo” dei decenni precedenti che sono andate perdute, da Zaurito arriva l’appello finale per “individuare quelle poche sane energie e metterle in campo affinché non sia necessario rifiutare alcun investimento che possa ristorare anche parzialmente l’economia”. Quindi, il richiamo è a “una cordata di convincitori delle aziende esistenti a far spostare l’asse dell’interesse da chi oggi detiene quel Pil di cui la Banca d’Italia parla verso il mezzogiorno del paese ed in particolare verso la provincia di Brindisi che è da sempre una terra benedetta dagli dei e maledetta dagli uomini”.

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