Furbetti del cartellino: arrestati due dipendenti comunali

Il palazzo di città a Brindisi
Il palazzo di città a Brindisi
di Roberta GRASSI
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Venerdì 29 Luglio 2016, 09:07 - Ultimo aggiornamento: 31 Luglio, 17:53

Il re delle fritte è finito ai domiciliari: la prelibatezza simbolo di Brindisi, però, non c’entra nulla con le accuse che gli vengono mosse. Carlo Giuseppe Larocca, 59 anni, è accusato di essere un “furbetto del cartellino” nei panni di dipendente comunale in servizio al centro anziani del rione Bozzano. Struttura per l’assistenza e lo svago dei pensionati in cui non avrebbe trascorso più di un’ora al giorno, nonostante fossero sei quelle previste dal contratto con la pubblica amministrazione. Ieri mattina i militari della guardia di finanza del Gruppo, al comando del colonnello Tiziano La Grua, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei suoi confronti e a carico del collega Luigi Antonino, anch’egli 59enne, che strisciando il badge avrebbe consentito a mr Romanelli di non recarsi a lavoro.
Altri due dipendenti dello stesso centro (in tutto sono quattro) sono indagati a piede libero:
 
si tratta di Antonio Caforio, 66 anni e Angelo Scalia, 62 anni. Anch’essi, stando al capo d’accusa, avrebbero agevolato in alcuni Larocca ad “allontanarsi arbitrariamente dal luogo di lavoro”. Per loro il pm che coordina l’inchiesta, Valeria Farina Valaori, ha chiesto al gip Tea Verderosa, l’emissione di un provvedimento interdittivo che dispone la sospensione dal servizio. Le procedure prevedono, prima della decisione, che le persone indagate siano sottoposte a interrogatorio. E’ già stato fissato per mercoledì.
Per quel che riguarda Larocca, invece, è stato disposto il sequestro preventivo di 21.646 euro, l’ammontare degli stipendi percepiti nel periodo in cui si sono concentrate le indagini: dal primo gennaio 2015 al 20 aprile 2016. Indagini che sono ancora in corso.

Il focus investigativo su Larocca è iniziato da un esposto anonimo. Le segnalazioni prive di una firma non hanno alcun valore. Ma in questo caso la descrizione dei fatti era così articolata che è stata ritenuta comunque uno spunto investigativo non cestinabile: “Il dipendente comunale Larocca Carlo - c’era scritto - dislocato presso il centro anziani di Bozzano, da 20 anni timbra e va a fare altro lavoro, con la complicità del dirigente di sezione”. La complicità del dirigente non ha trovato alcun riscontro. I finanzieri, però, appostandosi in viale Spagna, hanno notato che effettivamente il lavoratore “attestava falsamente la presenza in ufficio in orari in cui era sistematicamente altrove”. A fare spese, all’Ikea, in via Santa Lucia, dove c’è la più nota delle pizzerie brindisine. Quella in cui, d’asporto, si gusta la fritta, il panzerotto gigante e solitamente bollente. Una specialità che è il simbolo della brindisinità e che è stata esportata perfino negli states.
I pedinamenti, i controlli, le acquisizioni di documenti a palazzo di città, hanno consentito - lo ritiene il gip - agli uomini delle Fiamme gialle di tracciare un quadro “granitico”. Tanto da sostenere una misura restrittiva che è stata disposta all’alba di ieri.

A quanto emerso Antonino avrebbe strisciato il cartellino per Larocca per 233 volte, nel periodo in questione. Caforio e Scalia lo avrebbero fatto rispettivamente 12 e 4 volte. Tutti sono stati ascoltati in fase di indagine e hanno dichiarato di avere cognizione delle le assenze quotidiane, ma di non sapere se le stesse fossero o meno giustificate, in quanto accertarlo non rientrava nei loro compiti.
Larocca, sostengono i magistrati, non avrebbe trascorso non più di un’ora al giorno al centro anziani, inducendo così in errore l’amministrazione di appartenenza, insieme agli altri tre impiegati che rispondono come lui di truffa aggravata in concorso e falso. Gli vrebbero procurato un ingiusto vantaggio, in danno del Comune, equivalente in termini di danaro al valore delle ore “sottratte”. Danno stimato in più di 22mila euro, posti sotto chiave per essere eventualmente restituiti alla collettività.










 

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