Alta tensione in Coemi: confermati gli esuberi e 12 licenziamenti

Alta tensione in Coemi: confermati gli esuberi e 12 licenziamenti
di Elda DONNICOLA
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Sabato 24 Giugno 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:48
Alla vigilia dell’incontro convocato dal prefetto Valerio Valenti previsto per lunedì alle 10, Coemi ha invitato per ieri mattina le organizzazioni sindacali in Confindustria per comunicare, senza se e senza ma, che dalla prossima settimana partiranno le lettere di licenziamento per i 12 esuberi. D’altra parte non lascia per nulla ben sperare neppure l’incontro programmato per dopodomani in Prefettura visto che non sembra per nulla esserci convergenza da parte delle organizzazioni sindacali metalmeccaniche.
Eppure la vertenza Coemi sembrava cosa fatta grazie ad un accordo sottoscritto davanti all’ex prefetto Annunziato Vardè. Ma a distanza di una ventina di giorni da quel documento che, in buona sostanza, faceva salva l’intera platea dei lavoratori ex Coemi, è bastato un incontro in Confindustria che doveva servire a realizzare quell’accordo ed ecco che si torna al punto di partenza. Le aziende che si erano rese disponibili alle assunzioni hanno proposto contratti a tempo determinato che vanno da 2 a 4 mesi. Cgil, Cisl e Uil hanno immediatamente allertato il neo prefetto Valerio Valenti per rivendicare l’accordo che era stato in precedenza sottoscritto e che non prevedeva affatto questo tipo di soluzioni. Dopo una serie di verifiche e di trattative, il prefetto Valenti ha convocato le parti sindacali, sia i confederali che i metalmeccanici per lunedì prossimo alle 10.
Coemi era l’azienda che si occupava della manutenzioni elettro-strumentali per conto di Versalis, Enipower e Basell, ma la gara d’appalto che si è svolta ha messo fuori dallo stabilimento questa azienda e dato il lasciapassare ad Impes e TsImpianti. Coemi ha dichiarato immediatamente 27 esuberi, tanti quanti erano i lavoratori impegnati in quell’appalto, mentre le ditte subentranti hanno altrettanto immediatamente fatto sapere che non tutti i lavoratori avrebbero trovato spazio nelle loro maglie. La vertenza è approdata subito in Prefettura.
 
Al contempo i lavoratori hanno scioperato per una decina di giorni. Sciopero che ha coinvolto tutti i lavoratori dell’indotto e nel frattempo il numero dei lavoratori da ricollocare sono scesi a 12 in quanto alcuni sono riusciti a trovare ricollocazione in autonomia.
Dopo una serie di incontri a carico dell’ex prefetto Annunziato Vardè, lo scorso 25 maggio è giunto l’accordo che sembrava aver messo la parola fine, in maniera positiva, alla vertenza. L’accordo aveva stabilito che in 5 sarebbero andati a Impes e Tsimpianti, gli altri sette nelle altre aziende che si erano rese disponibili. Ma si doveva trattare di contratti a tempo indeterminato.
Sembrava fatta, insomma. Bastava dare gambe a quanto stabilito il Prefettura. Ma non è andata così. La patata bollente è passata quindi nelle mani dei segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil che nel pomeriggio di venerdì scorso hanno, nell’immediatezza, incontrato il prefetto Valenti per riferire su quanto era accaduto in Confindustria. Il prefetto Valenti ha chiesto qualche giorno di tempo per verificare le situazioni e poi dare una risposta. Stando a quanto dalla Prefettura è trapelato la soluzione dovrebbe andare verso contratti a tempo determinato di 6 mesi in maniera tale da garantire da una parte continuità lavorativa e dall’altra prendere fiato alla ricerca di una soluzione diversa. Una proposta, che qualora fosse vera non trova d’accordo tutte le sigle sindacali. «Da lunedì partono le lettere di licenziamento - ribadisce il segretario Fiom Maurizio Sancesario - se la soluzione proposta in Prefettura andrà verso contratti a tempo determinato, noi non saremo d’accordo perché non ci sono le giuste garanzie per i lavoratori, il precedente accordo non prevedeva questo».
Crede invece, che questa soluzione potrebbe servire a dare tempo per cercarne maggiormente risolutiva con più serenità il segretario Fim Michele Tamburrano. «Credo che accettare contratti a sei mesi - dichiara Tamburrano - possa concedere quella boccata di ossigeno necessaria a trovare una soluzione definitiva per questi lavoratori»”.
Sul piede di guerra il segretario Uilm Alfio Zaurito. «Con l’invio delle lettere di licenziamento lunedì - fa notare - Coemi farà svolgere il periodo di preavviso di licenziamento non a Brindisi, bensì nelle sedi dove ha cantieri ovvero Temparossa in Basilicata e Priolo Gargallo di Siracusa. Il verbale di accordo prefettizio in cui si definiva la piena occupazione all’interno del Petrolchimico di Brindisi entro e non oltre il 9 di giugno di tutte le maestranze in esubero a Coemi non ha più senso e le parti si devono ritenere libere da ogni vincolo di non belligeranza. Nessuno può tacciare i dipendenti di intransigenza, nessuno potrà mai sostenere che gli stessi lavoratori hanno rifiutato pseudo posti di lavoro promessi dalle aziende in appalto in Eni perché la verità è che qualcuno ha giocato con la buona fede delle persone e siamo giunti ad un punto di non ritorno in cui la dignità qui a Brindisi non si può ricercare con degli interlocutori per natura inaffidabili e poco seri. Se il tavolo di lunedì non dovesse portare i frutti sperati, cioè la stabilizzazione di tutte e 14 le maestranze oggi a casa senza retribuzione da 2 mesi e senza un futuro certo dovranno essere prese delle decisioni che il sindacato ha nel proprio bagaglio, e cioè difendere a tutti i costi chi rappresenta: i lavoratori».
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