Partite le lettere di licenziamento per i 177 della “Tecnomessapia”

Partite le lettere di licenziamento per i 177 della “Tecnomessapia”
di Elda DONNICOLA
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Martedì 27 Giugno 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 15:00
Tanto tuonò che piovve. Tecnomessapia, l’azienda di Ceglie che ha operato per anni in regime di mono-commessa per la ex Alenia (oggi Leonardo) ha inviato una raccomandata a tutte le organizzazioni sindacali e alla Provincia per annunciare l’avvio della procedura di licenziamento collettivo per l’intera platea dei lavoratori che conta 177 unità.
Si tratta della classica cronaca di una morte annunciata alla quale, purtroppo, neanche i lavoratori sembrava volessero crederci forti di una fiducia cieca nei confronti dell’azienda per la quale hanno prestato la loro opera per anni, speranzosi che qualcosa potesse ancora intervenire per non rischiare di rimanere senza un posto di lavoro. Forse in parte anche convinti che alcuni si sarebbero salvati dalla mannaia del licenziamento, gli altri fiduciosi in un recupero in tempi migliri. Molti, tra l’altro, avevano anche accettato il trasferimento al nord, presso società sinergiche, pur di sfuggire a ciò che oggi sembra inevitabile.
Ora l’apertura della procedura di licenziamento collettivo è nero su bianco su un pezzo di carta. “La scrivente si trova nella necessità - si legge nel documento - di ridurre il personale di 177 dipendenti, di cui 149 operai, 24 impiegati e 4 quadri, tutta la forza lavoro che è parte integrante di Tecnomessapia. La situazione di eccedenza si è venuta a creare a seguito del complessivo completamento di tutte le commesse di lavoro, della contestuale mancata acquisizione di nuove attività, dovuta anche all’attuale politica di contenimento degli affidamenti a ditte fornitrici/appaltatrici da parte del nostro principale cliente Leonardo. In tale situazione di totale assenza di carichi di lavoro e non prevedendo nel breve e medio termine acquisizioni di attività lavorative, l’impresa non è in grado di ricorrere a misure idonee ad evitare i licenziamenti o a misure alternative agli stessi, per assenza dei requisiti di legge”. 
In pratica, non è possibile ricorrere a contratti di solidarietà o cassa integrazione di alcun tipo in quanto, secondo la legge, per accedere a queste misure l’azienda deve poter garantire continuità lavorativa che, in questa situazione, purtroppo non esiste. D’altra parte Tecnomessapia ha già usufruito di un anno di cassa integrazione che scade il prossimo 9 luglio.
 
Nei giorni scorsi sulla questione sono intervenuti parlamentari e consiglieri regionali senza che, almeno per ora, nulla di positivo sia intervenuto.
Da parte sindacale i segretari di Fiom, Fim e Uilm hanno inviato una richiesta di incontro al vice ministro Teresa Bellanova. “La presente - scrivono Maurizio Sancesario, Michele Tamburrano e Alfio Zaurito - viene formulata a seguito dell’ennesima dichiarazione di esubero formulata da Tecnomessapia, una delle aziende della provincia di Brindisi che opera nell’indotto Leonardo, e che per effetto di una discutibile politica industriale al 30 di giugno vedrà gli ulteriori 175 dipendenti in stato di disoccupazione, in quanto Tecnomessapia è stata estromessa definitivamente dal processo produttivo, cesserà l’attività d’ impresa. Ricordiamo che le aziende operanti nel settore aeronautico in provincia di Brindisi stanno vivendo un momento di estrema difficoltà già da noi denunciata alla Regione Puglia nel 2016 che però non ha fatto registrare alcun risultato utile”.
L’incontro che si chiede da parte sindacale non punta ad una soluzione solo per i lavoratori Tecnomessapia. “Tecnomessapia è un problema da curare al pari degli altri - afferma il segretario Fim Tamburrano - la nostra richiesta di incontro deve servire per tutti i lavoratori che sono stati licenziati non solo per questi ultimi che tra poco saranno licenziati”.
Intanto, una parte dei Tecnomessapia ieri mattina ha protestato in maniera silenziosa in piazza Santa Teresa davanti alla Prefettura. “Abbiamo chiesto al prefetto - afferma il segretario Fiom Maurizio Sancesario - di intercedere sul Governo e sulla Regione visto che fino ad ora la nostra richiesta di incontro inviata alla Regione è rimasta inevasa”.
Nel frattempo domani, in Confindustria si apre la procedura di licenziamento collettivo.
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