Aerospazio alle corde: dal sindacato un piano per l’ex Finmeccanica

Aerospazio alle corde: dal sindacato un piano per l’ex Finmeccanica
di Elda DONNICOLA
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Mercoledì 26 Ottobre 2016, 09:13 - Ultimo aggiornamento: 16:29
Entro la prima settimana di novembre i metalmeccanici di Cgil,Cisl e Uil si dovranno presentare al cospetto della Task-force regionale per l'occupazione con un “report” preciso e circostanziato sullo stato di salute delle aziende dell'indotto aeronautico brindisino. Le segreterie di Fiom, Fim e Uilm sono chiamate ad un compito arduo, per nulla facile, anzi una vera sfida.
È questo il mandato che hanno ricevuto i segretari dei metalmeccanici brindisini Maurizio Sancesario, Michele Tamburrano e Alfio Zaurito a seguito dell'incontro convocato per lunedì scorso dopo le diverse sollecitazioni da parte delle organizzazioni sindacali a partire dallo scorso mese di luglio. 
 
Le “invocazioni” del sindacato scaturivano dalle preoccupazioni legate alla crisi dell'indotto aeronautico dopo che dal neonato Gruppo Leonardo (ex Finmeccanica) è partito il diktat del non rinnovare commesse ad aziende che fino ad oggi hanno operato in regime di mono-commessa per la sola Finmeccanica. Stando alle indicazioni stabilite dal numero uno di Leonardo Mauro Moretti può ambire ai contratti con il Gruppo solo fino al 75%. In pratica le aziende sono state chiamate a diversificare la loro produzione e a guardare al mercato, almeno per il loro 25%. Il tutto, tradotto in soldoni, equivale al “tutti fuori” delle piccole e medie imprese che fino ad ora hanno lavorato al carrozzone di Alenia, entro il 31 dicembre prossimo. 

Di questo, finalmente, si è discusso lunedì scorso a Bari con l'assessore Loredana Capone ed il presidente della Task-force Leo Caroli, al quale passa la patata bollente della crisi delle aziende a partire dal prossimo incontro che si svolgerà nella prima settimana di novembre, almeno questa è la scadenza proposta dalla Capone. «E' scaturita la necessità di fare due tavoli» riferisce il segretario di Fim Michele Tamburrano. «Al fine di riuscire a gestire l'immediato, la Regione ci ha chiesto - prosegue - di fare una mappa, azienda per azienda, del numero degli occupati, degli eventuali esuberi, della situazione economica in genere, in maniera tale da poter stilare una sorta di elenco delle emergenze e delle urgenze sulle quali è necessario intervenire prima».

Dunque, già dai prossimi giorni i segretari dei metalmeccanici dovranno mettere in agenda un incontro tra di loro per arrivare preparati all'incontro di novembre. E dovranno essere molto preparati dal momento che quel giorno ci saranno anche i cugini di Taranto a rappresentare i lavoratori dell'indotto aeronautico della città jonica e a battere cassa.

Il percorso individuato lunedì scorso poi prevede che la Regione convochi Leonardo, ma non è ancora chiaro se a quell'incontro, siederanno anche i sindacati o meno. Stando a quanto dichiara il segretario Fim all'incontro siederanno oltre a Regione e Leonardo, anche Confindustria e organizzazioni sindacali. «Abbiamo bisogno di sapere qual è il piano industriale di Leonardo per la Puglia – afferma Tamburrano – e la Regione verificherà in base ai finanziamenti elargiti quali sono gli investimenti prodotti e il mantenimento dei livelli occupazionali da parte del colosso dell'aeronautica nazionale. Per fare questo la Regione non ha fornito tempi, anche perchè portare Leonardo a sedere ad un tavolo non sarà affatto facile».

All'incontro con Leonardo non ci saranno le organizzazioni sindacali a sentire il segretario Fiom Sancesario. «Non credo che all'incontro tra Regione e Leonardo ci saranno i sindacati – afferma Sancesario – condivido pienamente però l'impostazione data dall'assessore Capone, ovvero chiedere conto a Leonardo di come sarà possibile eseguire le stesse lavorazioni facendo a meno di una forza lavoro così consistente, ovvero come sia possibile che quella forza lavoro non serve più. E comunque non si possono cambiare le cose da un momento all'altro, sarebbe opportuno che Leonardo desse più tempo a queste imprese per consentire loro di adeguarsi, di guardare al mercato e diversificare la produzione». 
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