La battaglia si allarga: pochi fondi, troppi Gal

La battaglia si allarga: pochi fondi, troppi Gal
di Roberta GRASSI
3 Minuti di Lettura
Venerdì 26 Agosto 2016, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 12:41
È bastata una spending review in tema di sviluppo rurale a ridisegnare (sulla carta e in teoria) la geografia della Puglia, secondo i Gal. I Gruppi di azione locale che attraggono finanziamenti distribuiti poi con bandi pubblici ai privati ma anche finalizzati all’esecuzione di progetti per la collettività. Dei tre brindisini ne sopravviveranno due, molto probabilmente. O quantomeno, solo i più forti avranno la possibilità di accedere ai finanziamenti. Questione di requisiti che con secessioni e mutazioni interne si rischia di non avere: il bando per l’assegnazione del denaro (circa 146 milioni di euro) nell’ambito del Piano di sviluppo regionale è in scadenza a metà settembre. A ottobre i giochi saranno fatti. 

E in terra brindisina ci sono fibrillazioni che danno la dimensione di quanto importante sia la partita. Una partita da 10 milioni di euro per ogni spicchio di territorio.
Anche 14, se si considereranno anche le fasce costiere e i piani dedicati alla pesca e all’acquacoltura che includono (in teoria) nel sistema Gal anche territori come Brindisi e Monopoli. A Fasano si è deciso di cambiare rotta. Di sbattere la porta all’Alto Salento per aderire al gruppo della Valle d’Itria, composto da Cisternino, Locorotondo e Martina Franca. Considerata l’importanza del Gal Terra dei Messapi che invece include Mesagne, Francavilla e altre realtà territoriali vicine, sarà nella parte più settentrionale della provincia che si condurrà la battaglia all’ultimo sangue. All’ultimo spicciolo di contributi Ue.
L’universo di cui si tratta è fatto di galassie di sigle, di cifre, di numeri, di criteri selettivi. Ai limiti dell’indecifrabile. In realtà si tratta di un sistema pensato per calamitare denaro da attribuire alle comunità per favorirne lo sviluppo rurale. E in Puglia lo sviluppo rurale è direttamente correlato a quello turistico.

In tutto sono 25 i Gal del Tacco d’Italia. Facendosi due conti, ne resteranno appena 15. Dall’assessorato all’Agricoltura della Regione sono giunte infatti disposizioni precise. I Gal esistenti dovranno rivedere il proprio assetto societario, facendo sì che si ponga un limite alla creazione di sacche di malagestione o di eccesso di potere interno. Potranno poi accedere ai fondi messi a disposizione della nuova programmazione, ma solo nel caso in cui dovessero presentare progetti meritevoli di accoglimento.

Ci sarà una selezione naturale, insomma. L’intento è quello di far prevalere le eccellenze. Rischieranno di perdere un posto in prima fila quei gruppi territoriali che sono meno popolosi. La mossa di Fasano, pone a serio rischio la sopravvivenza del Gal Alto Salento, di cui fanno parte realtà come Ostuni, San Vito e Carovigno e che è presieduto dal sindaco della Città bianca, Gianfranco Coppola, che il 18 agosto scorso dopo due anni di scontri ha ottenuto l’incarico sottraendolo al predecessore (anche a palazzo di città) Domenico Tanzarella. 
La decisione di Fasano ha già la forma di un atto amministrativo. C’è una delibera di giunta con la quale l’amministrazione ha scelto la Valle d’Itria. La parola passerà ora al Consiglio comunale. Ostuni preme e prega (i vicini di casa) perché facciano un passo indietro.

Gli equilibri, tuttavia, potrebbero mutare in un solo istante. Qualora Francavilla Fontana, a sua volta, dovesse decidere di lasciare il Gal Terra dei Messapi per aderire all’Alto Salento. Riconsegnando il pallino del gioco a Ostuni & co. E consentendo l’ingresso di Brindisi, la città capoluogo, che nella nuova programmazione potrà fare parte della competizione. I requisiti sono mutati, si tengono ora in considerazione anche progetti non più strettamente di carattere rurale, ma anche che riguardino la pesca.
A sovrintendere, sempre i Gal, calamite di finanziamenti da distribuire poi in favore di imprese, associazioni. O da mettere a disposizione di idee di sviluppo che possano garantire un tornaconto al territorio.
Vi saranno dei nuovi assetti, senza alcun dubbio. E in provincia di Brindisi è guerra: spicchi di territorio l’un contro l’altro armati in una lotta di supremazia dall’esito imprevedibile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA