Al tempietto il primo matrimonio con rito civile celebrato fuori dal Municipio

Al tempietto il primo matrimonio con rito civile celebrato fuori dal Municipio
di Lucia PEZZUTO
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Venerdì 22 Settembre 2017, 06:40 - Ultimo aggiornamento: 10:55
BRINDISI - Fiori d’arancio nel tempietto di San Giovanni al Sepolcro a Brindisi con la celebrazione della prima unione civile all’interno delle antiche mura monumentali. Ieri mattina, per la prima volta nella storia della città, è stato celebrato un matrimonio con rito civile all’interno del tempietto di San Giovanni al Sepolcro, uno degli undici monumenti e contenitori culturali gestiti dal Comune di Brindisi riconosciuti idonei per questo tipo di funzione.
Le coppie che infatti vogliono celebrare le proprie nozze con rito civile, in alternativa alla fredda stanza dell’ufficio comunale, possono scegliere: Palazzo Granafei Nervegna, Palazzo della ex Corte D’Assise, l’ex Convento Santa Chiara, l’ex Convento Scuole Pie, Bastione San Giacomo, Porta Mesagne, Palazzina Belvedere, Casa del turista, Palazzo Guerrieri Rubini. Ovviamente questo ha un costo che per i residenti si traduce in una spesa di 200 euro, mentre per i non residenti in una spesa di 300 euro.
Ieri mattina la coppia felicemente convolata a nozze era di origini pugliesi, lo sposo, Antonio De Vincentis, 37 anni, è di Brindisi mentre la sposa, Lucia Cacciapaglia, 33 anni, è di Acquaviva delle Fonti. La coppia vive a Londra ma ha deciso di sposarsi qui a Brindisi. Inizialmente i due avevano chiesto la disponibilità della sala della Colonna all’interno del Palazzo ex Corte D’Assise ma non appena hanno saputo della disponibilità del tempio non ci hanno pensato due volte. Una scelta di certo non casuale, Antonio e Lucia amano l’arte e lavorano nel campo della cultura. Celebrare il loro matrimonio in una location così suggestiva ha reso ancora più bello questo giorno. Non solo: a rendere speciali queste nozze anche il celebrante che contrariamente a quanto usualmente accade non era un funzionario del Comune bensì una cara amica della coppia, Raffaella Greco, che con grande emozione ha indossato la fascia tricolore e ha officiato la funzione.
 
Insomma un matrimonio speciale e come tutti i matrimoni che si rispettino non è mancato neppure il proverbiale “ritardo della sposa”. Antonio ha atteso quasi un’ora prima di poter incontrare la sua bella Lucia e convolare a nozze. La cerimonia attesa per mezzogiorno si è svolta dopo le 13.
Il tempietto di San Giovanni al Sepolcro è stato così inaugurato alle cerimonie, il dispositivo del Comune lo consente perché essendo sotto la propria gestione è considerata “casa comunale” così come le altre location designate. Non lo sono più, invece, da circa un mese le strutture private, masserie, stabilimenti balneari, strutture turistiche ricettive, che in base al vecchio regolamento potevano ospitare proprio questo tipo di cerimonie. Era stata l’allora sindaca Angela Carluccio a firmare la delibera con la quale si autorizzava la celebrazione dei matrimoni civili in luoghi privati che tuttavia dovevano ottenere il riconoscimento di “casa comunale”. Per ottenere questo riconoscimento le strutture private avrebbero dovuto candidarsi partecipando ad un bando pubblico visto che sarebbe stato necessario istituire in questi luoghi un ufficio separato di stato civile. L’avviso era pronto ma il 10 agosto scorso il commissario prefettizio, Santi Giuffrè, ha bloccato tutto firmando una nuova delibera che cancella le strutture private dall’elenco delle “case comunali”.
La possibilità di celebrare le unioni civili nei contenitori culturali è molto diffusa e rispecchia la volontà di valorizzare beni storici e monumentali che spesso finiscono nel dimenticatoio. Inoltre i contributi pagati dagli sposi per l’utilizzo delle sale confluiscono in un capitolo di spesa, spiegano dal Comune, che sarà utilizzato proprio per la manutenzione delle sedi monumentali.
 
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