Tensioni in ospedale: tre medici aggrediti in una settimana

L'ospedale Perrino di Brindisi
L'ospedale Perrino di Brindisi
di Maurizio DISTANTE
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Venerdì 24 Giugno 2016, 06:26 - Ultimo aggiornamento: 15:48
BRINDISI - Tre aggressioni in poco più di una settimana. Non è il bollettino di un commissariato di polizia o di una caserma dei carabinieri di un paese ma quello che si è verificato negli ultimi sette giorni nei reparti dell'ospedale Antonio Perrino di Brindisi. In tutti e tre i casi, le vittime dell'ira sono stati i medici: un oncologo, il primo; il primario di neurochirurgia, il secondo; una ginecologa nell'ultimo caso. Proprio quest'ultimo episodio ha fatto registrare il momento più alto di tensione tra i corridori del più importante presidio della provincia. La dottoressa è finita al pronto soccorso: i colleghi che l'hanno presa in cura si sono espressi con una prognosi di 15 giorni a causa delle ecchimosi e delle lesioni subite come conseguenza delle botte ricevute.
 
La professionista - secondo una prima ricostruzione dei fatti che comunque sarà esaminata in ogni minimo dettaglio dagli inquirenti - sarebbe stata aggredita da uno dei parenti di una donna che, qualche tempo fa, aveva partorito in ospedale. Durante il parto si sarebbero verificate delle serie complicazioni che hanno indotto l'equipe medica a optare per un cesareo d'urgenza: mamma e bambino ebbero salva la vita ma il piccolo avrebbe subìto dei danni cerebrali permanenti che lo hanno portato al ricovero nell'Utin, l'unità di terapia intensiva neonatale. Proprio qui si sarebbe verificato l'episodio in questione: la dottoressa sarebbe entrata in contatto con uno dei parenti in visita al bambino. Quest’ultimo imputerebbe al suo operato i danni subiti dal piccolo. Secondo alcuni testimoni, pare che il medico sia stato sottratto alla furia dell'aggressore da altri parenti e che, senza l'intervento di questi ultimi, le conseguenze per la professionista sarebbero potute essere anche peggiori.

Il primario del reparto di neurochirurgia, invece, è stato aggredito qualche giorno fa, sempre da alcuni parenti di una paziente proviniente da Altamura, in provincia di Bari: i motivi alla base di questo episodio sono simili a quelli del caso della ginecologa e sarebbero da ricercarsi nelle presunte responsabilità dei medici - stando a quanto sostenuto dai parenti - circa la condizione clinica dei ricoverati. Stesso discorso, praticamente, anche per il terzo caso, che ha visto coinvolto un oncologo.

I medici e tutto il personale sanitario, a questo punto, hanno paura: il timore di dover fronteggiare simili situazioni è grosso e va oltre le possibili responsabilità che possono addebitarsi al loro operato. Per questo, anche i sindacati sono scesi in campo, invocando maggiori misure per tutelare i professionisti che - stando a quanto denunciato dalle stesse organizzazioni sindacali - lavorano in condizioni molto critiche, e da qualche tempo - evidentemente - anche sotto la minaccia di una possibile aggressione.
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