Abusi sessuali in stazione, gli stranieri negano

Abusi sessuali in stazione, gli stranieri negano
di Roberta GRASSI
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Venerdì 24 Febbraio 2017, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 11:56

Hanno fornito la propria ricostruzione dei fatti che si discosta da quella della vittima: non una violenza sessuale consumata dopo l’adescamento, ma una situazione sfuggita di mano anche per via dell’eccesso di alcol, secondo gli indagati. I due pakistani arrestati lunedì scorso dalla Squadra mobile della questura di Brindisi sono stati interrogati ieri mattina dal gip Tea Verderosa che per una questione tecnica sulla flagranza di reato non ha convalidato l’arresto, ma che ha comunque disposto per entrambi la custodia cautelare in carcere. Sono accusati di violenza sessuale aggravata, in concorso.
Si tratta di Rab Nawaz, di 29 anni, titolare di permesso di soggiorno e Ali Imram, 28 anni, con il permesso di soggiorno scaduto ma in fase di rinnovo. Sono difesi d’ufficio dagli avvocati Francesco Bianco e Rocco Comes.
Le indagini su quanto verificatosi nei pressi della stazione ferroviaria nella notte tra domenica e lunedì scorsi sono state condotte dai poliziotti della Mobile, coordinati dal pm Milto Stefano De Nozza. È stato allora che un 21enne della provincia di Brindisi ha chiesto aiuto ai titolari di un bar che hanno chiamato il 118. Era sotto choc, sosteneva di avere subito abusi da parte di due stranieri. Sono stati acquisiti i filmati delle telecamere di videosorveglianza del comando provinciale dei carabinieri di Brindisi (che si trova proprio lì vicino) ed effettivamente è stato possibile acclarare che il ragazzo tentava di svincolarsi da due persone che invece lo seguivano.
I due sono stati individuati dagli agenti della sezione Volanti e poi tratti in arresto dai colleghi della Squadra mobile.
Con l’ausilio di un interprete hanno potuto raccontare al giudice per le indagini preliminari la propria verità. In lacrime hanno rigettato le accuse: nessuno stupro, hanno detto. Hanno dichiarato di non avere fissa dimora. Uno dei due ha ribadito di essere estraneo ai fatti. L’altro ha detto di ricordare ben poco, per via del troppo alcol. Ma ha garantito di escludere qualsiasi forma di abuso sessuale nei confronti del 21enne. Gli stranieri hanno anche detto di conoscerlo, di averlo già visto nei paraggi.
 
Quanto all’accusa, essa non muta di una virgola. La vittima sarebbe stata sottoposta, come riscontrato da contatti telefonici e da diverse testimonianze acquisite, a un trattamento “indesiderato”. Avrebbe tentato di sfuggire ai due stranieri, senza riuscirci. Per poi soccombere, solo contro due persone, e riuscire a liberarsi solo per il fortuito passaggio - in zona - di un’autovettura della vigilanza privata con il lampeggiante acceso. Su quale sia stata effettivamente la dinamica dei fatti, sono in corso ulteriori accertamenti. Torbido lo scenario, ancor più se si considera che la vicenda si è verificata nel cuore della città, in piena notte. A due passi dal comando dei carabinieri, tra la sala d’attesa e i dintorni di una stazione ferroviaria priva di telecamere di sorveglianza. Zona giudicata a rischio dagli stessi residenti che tempo fa hanno anche sottoscritto una petizione per chiedere maggiori controlli e più sicurezza, specie dopo il tramonto.
Per il momento i pakistani restano in una cella del carcere di Brindisi. Non sarebbe comunque possibile ipotizzare una misura meno afflittiva, considerata l’assenza di una residenza fissa. I due hanno chiesto di poter incontrare i propri famigliari. Si sono mostrati parecchio provati nel respingere le accuse formulate a loro carico.
Il racconto della vittima, comunque, è risultato perfettamente attendibile. Tutto ciò che è stato riferito ha trovato poi conferma negli accertamenti eseguiti dalla polizia. Resta un dato inconfutabile: a prescindere dai punti oscuri, dalle circostanze che fanno da sfondo alla brutta storia di domenica scorsa, per la legge nessuno può essere costretto a prestazioni sessuali, di qualsiasi tipo, senza essere consenziente.
 

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