Renato MORO
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Il pensiero-discount che ignora Tobia

di Renato MORO
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Martedì 1 Marzo 2016, 19:13 - Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 08:38
Nella Grande Distribuzione del pensiero a buon mercato c'è di tutto. Puoi rubare, copiaincollare, condividere, linkare e persino comprare a tuo piacimento: se sei felice per la venuta al mondo del piccolo Tobia, se sei felice ma perplesso per il ricorso all'utero in locazione, se sei distaccato, arrabbiato, scandalizzato, schifato o semplicemente annoiato da un dibattito che già appare vecchio e ripetitivo.
Puoi prendere ciò che vuoi e farlo tuo. Puoi anche dare sfogo alla creatività e sfidare l'algoritmo di Zuckerberg, sperando che una pletora di amici ti premi con una valanga di “mi piace” che fa tanto cool. E puoi anche muoverti inquadrato in ciò che resta delle falangi di partito: “sono-di-sinistra-e-sto-con-Nichi” o “sono-di-sinistra-però-il-compagno-Nichi-ha-sbagliato” o ancora “sono-di-destra-e-muoia-Nichi-con-tutti-i-suoi-compagni”.
Insomma, questa storia del bimbo nato da un seme di Ed e dall'ovulo di una donna e poi cresciuto nell'utero di un'altra e infine catapultato nel portaenfant della famiglia Vendola sta riempiendo le giornate della stragrande maggioranza degli italiani i quali altro non aspettavano – evidentemente - per discutere in libertà di maternità e paternità e di coppie omosessuali e diritto alla genitorialità. Tutto il contorno offerto al decreto Cirinnà nei giorni precedenti non è bastato, volevamo carne cruda e sanguinante da addentare e l'abbiamo avuta. Peccato che così facendo, presi da tanta foga compulsiva, abbiamo dimenticato un po' di cose. Che, per esempio, il piccolo Tobia è un neonato come tutti gli altri, che in questo momento starà piangendo perché ha fame o ha il pannetto sporco o magari sta dormendo o forse sta sorridendo cercando di capire cos'è quella cosa che ha davanti agli occhi e che è il suo primo giocattolo. Invece lui è letteralmente scomparso dall'orizzonte del pensiero-discount, sacrificato sull'altare del dileggio, trasformato in un peluche come ha vomitato Vittorio Sgarbi su Facebook. Ma Tobia ha diritto o no ad essere un neonato? Ad essere ignorato per quella che è la sua provenienza e protetto e coccolato per quello che sarà il suo futuro?
E poi: possibile che il Vendola mattatore delle piazze con le sue narrazioni, il Vendola che ai suoi comizi radunava anche gli elettori della destra, orfani di discorsi sensati, sia ora diventato un delinquente? Ma ci sfiora una riflessione su ciò che possa aver portato lui e il suo compagno a fare questa scelta? Quanto impervio possa essere stato il percorso, quali le difficoltà, i dubbi e da dove venga la forza che ora serve per affrontare dieci, cento patiboli? Ha mai cercato di identificarsi, chi ora sputa e semina sentenze inappellabili, in un uomo o in una donna che vogliono avere un figlio ma non possono? E a chi ora parla di mercificazione della donna e del suo utero - vedi la presidente della Camera Boldrini - è mai passato per la mente di scendere in strada per urlare contro la mercificazione di ciò che in anatomia viene prima dell'utero? Migliaia di donne, a cominciare dalle extracomunitarie ridotte in schiavitù, in ogni momento della giornata fanno da panorama ai nostri viaggi su qualsiasi strada. E allora? Dove si nascondono, in questo caso, i guerriglieri dei social?
Più rispetto. Ci vuole più rispetto. Verso il piccolo Tobia, innanzitutto, perché un giorno leggerà quello che di lui si sta scrivendo e se per questo non diventerà un terrorista lo dovremo sicuramente ai suoi papà che in quanto a cultura e capacità di educare sicuramente hanno vagonate di punti da dare a folle di coppie eterosessuali tutte casa-chiesa-partito-e-centrocommerciale. Più rispetto nei confronti della coppia, perché un giorno avrà bisogno di tutti noi per far crescere Tobia come un qualsiasi altro bambino: avrà bisogno di noi in un parco pubblico, in un asilo, in una scuola, in una palestra, in un cinema, in un ateneo e – perché no? - anche in una chiesa. Più rispetto per le donne che hanno dato la possibilità a Ed e Nichi di toccare il cielo con un dito, più rispetto per chi non la pensa come noi e infine più rispetto per noi stessi. Perché il vomito che scorre da un social all'altro fa male anche a noi che in quel fiume in piena perdiamo cuore e cervello. E lasciate perdere Sgarbi. Lui ha ragione quando scrive che dal buco più nascosto del corpo esce il niente. Ma quella è soltanto l'affermazione di un ego smisuratamente smisurato. Di chi da sempre è convinto che una volta passato lui, dietro c'è il nulla. Appunto. Buona vita, Tobia.
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