Tari, rincaro da record. A Bari la poca differenziata costa cara

Tari, rincaro da record. A Bari la poca differenziata costa cara
di Riccardo RESTA
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Lunedì 29 Novembre 2021, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 08:16

Bari fra le città in cui la produzione di rifiuti costa più cara. A dirlo è il report dell’osservatorio “Prezzi&Tariffe” dell’associazione di promozione sociale Cittadinanzattiva: 385 euro è il costo medio della tassa sui rifiuti (la famosa Tari) che i cittadini baresi si sono trovati nelle cartelle emesse dal Comune nel 2021. Nel 2020 il valore medio della Tari fu di 348 euro, il che – tradotto in termini statistici – significa un +10.7% di aumento nel giro di un anno.
D’altra parte, il problema del rincaro della tassa sui rifiuti sta attraversando tutta la Puglia: 381 euro è la cifra spesa nel 2021 da una famiglia pugliese per pagare la Tari, +3% rispetto al 2020. Basti pensare che la media nazionale si attesta sui 312 euro, e che alle famiglie del Veneto produrre rifiuti costa “appena” 232 euro (il valore più basso d’Italia).

Il nodo della raccolta differenziata


Il grande “vulnus” barese rimane sempre lo stesso: livelli di raccolta differenziata risibili (solo il 37.52% nei primi sei mesi del 2021). Amiu è senza personale, di mezzo c’è un concorso che non parte mai e addirittura si sta – da mesi – paventando l’ipotesi di assumere lavoratori interinali per estendere il porta a porta che, al momento, non copre neanche metà dei quartieri del capoluogo.
E il dato barese incide, eccome, sul rendimento della Puglia in termini di raccolta differenziata. La nostra regione si colloca più in basso rispetto alla media nazionale: nel 2019 siamo al 50.6% di rifiuti differenziati in regione rispetto al 61.3% del resto del Paese.
Il rendimento di Bari in termini di costo della tassa sui rifiuti, inoltre, appare penalizzante per i nostri concittadini anche nel confronto con gli altri capoluoghi pugliesi. Più dei baresi, infatti, pagano la Tari soltanto i cittadini di Andria, dove produrre rifiuti quest’anno è venuto a costare 422 euro (390 euro un anno fa, +8.1%), e quelli di Brindisi (396 euro, cifra confermata rispetto all’anno passato). Anche a Trani nel 2021 la Tari costa 385 euro come a Bari, ma c’è da dire che negli ultimi 365 giorni si è registrato un calo del -3.7% (fu di 400 euro tondi l’anno scorso).
Lecce è il capoluogo pugliese in cui la Tari ha il costo inferiore (340 euro nel 2021, -1.7% rispetto ai 346 dello scorso anno), seguita da Taranto (371 euro sia nel 2021 che nel 2020), Foggia (374 euro, +6.3% rispetto ai 352 dello scorso anno, risultato di un ritardo nella raccolta differenziata ancor più clamoroso rispetto a quello di Bari) e Barletta (377 euro, aumento del +5.4% rispetto ai 358 dell’anno passato).

Il rincaro maggiore spetta al capoluoogo pugliese


Cifre, al netto delle oscillazioni più significative, abbastanza vicine più o meno per tutti i capoluoghi pugliesi, ma appare evidente come le lentezze nella gestione dei rifiuti abbiano portato Bari a essere la città con il maggior aumento percentuale del valore Tari nella nostra regione. Un fatto che, d’altra parte, si è verificato in ben 53 capoluoghi d’Italia: caso emblematico è Vibo Valentia, dove si registra l’incremento più elevato (+44,9%). Ma ci sono anche 22 esempi virtuosi, vale a dire capoluoghi in cui il costo dei rifiuti è diminuito: a Rovigo la decrescita più consistente (-23%).
Appare, quindi, doveroso insistere sulla necessità – ormai non ulteriormente procrastinabile – di potenziare la raccolta differenziata, che negli ultimi anni a Bari è addirittura andata in calando.

Secondo i dati Ispra citati dal report di Cittadinanzattiva, nel capoluogo di regione il valore della raccolta differenziata nel 2019 era del 43.2%, con una media di 587,49 chili di rifiuti prodotti da ogni abitante nel corso dell’anno. Un numero che, da una parte, invita l’amministrazione comunale a non perdere altro tempo con il porta a porta, e dall’altra ammonisce i baresi sulla quantità sproporzionata di rifiuti prodotta. Giusto per restare in Puglia, nel 2019 un abitante di Barletta ha prodotto in media 435,52 chili di rifiuti (valore della raccolta differenziata al 70.1%).

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