Morì durante la fecondazione assistita: sotto accusa due medici. «Diagnosi errata, accertamenti cardiologici avrebbero potuto evitare il decesso»

Morì durante la fecondazione assistita: sotto accusa due medici. «Diagnosi errata, accertamenti cardiologici avrebbero potuto evitare il decesso»
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Mercoledì 27 Aprile 2016, 19:17
Avrebbero deciso di continuare l'intervento di fecondazione assistita sulla paziente nonostante subito dopo l'anestesia la 38enne di Bitritto (Bari) Arianna Acrivoulis, poi deceduta, “avesse accusato manifestazioni allergiche consistenti in una brusca caduta della pressione arteriosa, con bradicardia e difficoltà respiratorie”. E' quanto ipotizza la Procura di Bari nelle imputazioni formulate nei confronti di due medici, Giuseppe D'Amato, ginecologo e direttore del Centro di fecondazione di assistita di Conversano (Bari), e Cosimo Orlando, primario di Anestesiologia della stessa clinica.

Stando alle indagini, coordinate dai pm Luciana Silvestris e Grazia Errede e basate sulla documentazione clinica acquisita e sulla consulenza medico-legale, i due medici avrebbero “omesso di disporre la necessaria valutazione cardiologica prima dell'esecuzione dell'intervento” pur sapendo di trovarsi di fronte ad una donna affetta da obesità e diabete e con lieve insufficienza mitralica. Avrebbero poi omesso di sospendere la procedura nonostante i sintomi sopravvenuti, e anzi avrebbero continuato somministrando ulteriore anestesia fino al decesso della paziente “per aritmia cardiaca”.

L'autopsia, eseguita dai medici legali Francesco Introna e Francesco Bruno, ha rivelato infatti che se i due medici avessero fatto accertamenti cardiologici più approfonditi e quindi una diagnosi più precisa, si sarebbe potuto "evitare l'esito infausto". I fatti risalgono al 10 giugno 2015. All'indomani del decesso e della denuncia della famiglia, oltre all'inchiesta nell'ambito della quale la Procura si appresta a chiedere il rinvio a giudizio furono avviate due indagini amministrative da parte della Asl di Bari e del ministro della Salute che inviò anche gli ispettori nell'ospedale di Conversano.
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