Rivolta contro la tassa di soggiorno. Albergatori pronti a fare ricorso

Rivolta contro la tassa di soggiorno. Albergatori pronti a fare ricorso
di Samantha DELL'EDERA
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Giovedì 27 Luglio 2023, 05:00

Albergatori e titolari dei bed and breakfast pronti a dare battaglia al Comune di Bari contro la tassa di soggiorno. Dopo l’approvazione del regolamento in Consiglio comunale. Federalberghi conferma la volontà di presentare ricorso. «Lo stiamo già preparando – spiega Francesco Caizzi, presidente di Federalberghi Bari – per noi l’approvazione non è stata una novità. Ce l’aspettavamo perché l’amministrazione non ha annunciato alcun passo indietro nel merito. Il sindaco per noi è stato superficiale nel suo approccio perché al momento ci sono in città almeno 2mila strutture abusive e quindi andrà a finire che questa imposta di soggiorno la pagheremo solo noi albergatori». Caizzi denuncia anche le alte tasse che la sua categoria si ritrova a pagare. «Qui ci sono le tasse tra le più alte in Italia – continua ancora – e poi ci si domanda perché a Bari non aprano gli alberghi. Ci sono davvero pochi controlli anche sugli abusivi, cosa sono poco più di 200 violazioni su 2000 abusivi?».

Le richieste delle associazioni


Anche Giovanna Castrovilli, rappresentante delle associazioni dell’ extralberghiero Confimpresa Bb Puglia, parla di grossa delusione. «Tutte le nostre istanze che avevamo portato avanti non sono state minimamente prese in considerazione dall’amministrazione comunale – commenta Castrovilli – non sono stati accettati i nostri suggerimenti e questa cosa non ci è piaciuta».
L’associazione aveva chiesto ad esempio la riduzione dei 4 giorni di pagamento della tassa, perché in questa maniera «si incentivava il turista ad intrattenersi in città per qualche giorno in più». «Non viene indicato inoltre – si legge ancora nel documento – per quanti giorni i gestori debbano conservare la documentazione di esenzione».

L’associazione ha chiesto anche di prolungare i tempi a disposizione dei gestori per la comunicazione dei dati dei soggiorni. «I sette giorni dalla partenza – prosegue ancora il documento – non sono abbastanza e rappresentano un termine difficile da rispettare».


«Noi abbiamo sempre detto che la tassa è inopportuna – continua Castrovilli – in questo momento stiamo anche registrando una flessione turistica soprattutto sugli arrivi stranieri. Forse perché i turisti preferiscono mete più economiche come l’Albania e la Grecia. E chi arriva qui trova una città sporca e con pochi servizi. Insomma non ha alcun beneficio». Anche i bed and breakfast sono pronti a portare il Comune in tribunale. «Inizieremo attività di contrasto – conclude – perché non sono state prese in considerazione le nostre richieste».


Più possibilista Giancarlo De Venuto, presidente Assohotel Confesercenti Puglia. «L’applicazione dell’imposta di soggiorno a Bari ritarda un processo che ha già interessato da diversi anni le città e le località turistiche della Puglia. Da non dimenticare che è una tassa di scopo i cui proventi – stabilisce la norma – devono essere reinvestiti nei servizi e nella progettualità turistica e non nella copertura di buchi di bilancio. Sarebbe auspicabile che la scelta della destinazione dei fondi generati fosse gestita davvero coinvolgendo le associazioni di categoria».

In vigore da ottobre


La tassa di soggiorno entrerà in vigore per ottobre. La prossima settimana l’assessore al Turismo Ines Pierucci convocherà nuovamente le associazioni di categoria per presentare le tariffe dell’imposta che saranno approvate in giunta. I costi variano da un euro e 50 a 4 euro in base alle “stelle” delle strutture.


«Non è piacevole sapere che ci sono contrapposizioni – commenta Pierucci – vedremo cosa succederà. Sicuramente questa amministrazione ha coinvolto tutti sin dall’inizio in questo percorso».

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