Natuzzi, cassa integrazione prorogata ma gli esuberi sono 700. La Regione chiede una convocazione urgente al ministero

Natuzzi, cassa integrazione prorogata ma gli esuberi sono 700. La Regione chiede una convocazione urgente al ministero
di Beppe STALLONE
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Mercoledì 9 Febbraio 2022, 10:54

Undici stabilimenti in Italia, altri in Romania, Cina, Brasile, fondatore, presidente e amministratore delegato Pasquale Natuzzi. Il gruppo Natuzzi è stato fondato nel 1959. Dapprima solo divani in pelle poi la produzione si allarga al tessuto e alla realizzazione di mobili per zona giorno e zona notte della casa. La holding Natuzzi è quotata in borsa dal 1993, unica azienda non americana del settore arredamento, quotata a Wall Street. Il gruppo Natuzzi esporta il 90% della produzione in 123 mercati e detiene le maggiori quote di mercato in Europa e in America. Sede centrale a Santeramo in Colle. I prodotti sono distribuiti attraverso 296 negozi monomarca in tutto il mondo. Nel 2021 il fatturato è stato pari a 450 milioni di euro, al primo posto nel settore mobili e complementi di arredo made in Italy. Degli stabilimenti italiani, 2 sono in Basilicata, 4 in Puglia a Laterza, la sede centrale a Santeramo, un altro in contrada Jesce fra Santeramo e Matera e l'ultimo nato, inaugurato a novembre ad Altamura, la cosiddetta fabbrica 4.0. C'è poi un magazzino deposito a Ginosa.

Un colosso che però ha spesso subito le crisi economiche mondiali e ha dovuto fare ricorso ad ammortizzatori sociali. Anzi è fra le 42 aziende pugliesi all'attenzione del Sepac quella che usufruisce delle cosiddette politiche passive del lavoro da più tempo, quasi 20 anni. Ieri nella riunione della task force sull'occupazione si è parlato di proroga della cassa integrazione straordinaria e soprattutto della richiesta di una convocazione urgente al ministero dello Sviluppo economico.

La posizione dei sindacati


«Ad oggi spiega Ignazio Savino, segretario generale della Fillea Cgil - ci sono 1500 lavoratori in produzione che hanno un contratto di solidarietà e quindi con riduzione di ore di lavoro e di retribuzione e altri 463 sono in cassa integrazione straordinaria, interessati da un progetto di riqualificazione professionale sull'industria 4.0. Stanno seguendo cicli di formazione e si spera che poi possano essere riassorbili nel ciclo produttivo. I 700 esuberi di cui si parla da tempo, sulla base di un piano industriale non ancora formalizzato, sono i lavoratori che non possono essere impiegati, in quanto l'azienda non avrebbe ordini a sufficienza.

Per questo si è stabilita oggi la proroga della cassa integrazione straordinaria che sarebbe scaduta l'11 febbraio prossimo. L'abbiamo rinnovata per 1 anno».


Qualche mese fa è stato rinnovato anche il contratto di solidarietà per la durata di 2 anni. La situazione quindi anche se difficile non è drammatica per questi lavoratori ma le perplessità sul loro futuro occupazionale restano tutte. «L'azienda ci deve spiegare bene riprende Savino - quale impatto avrà sui lavoratori il nuovo piano industriale. Dobbiamo capire quali saranno gli effetti pratici del nuovo piano sia sui livelli occupazionali sia sulla produzione. In quale stabilimento andranno a lavorare? Se una parte potrà andare anche ad Altamura, nella fabbrica 4.0 che comunque non ne può contenere più di 200, gli altri dove andranno?».


La cifra di 700 esuberi sarebbe la somma dei 463 in cassa integrazione più un'altra parte costituita dai dipendenti che lavorano negli uffici. L'azienda comunque nel corso della riunione in task force non è entrata nel merito del piano industriale e ha rimandato la discussione in sede ministeriale. Salvatore Bevilacqua della Uil si limita a dire che si tratta di uno snodo delicato, mentre Antonio Delle Noci, segretario generale della Filca Cisl dice che «sostanzialmente la riunione è andata bene con la proroga della Cigs propedeutica al salotto 4.0. Inoltre sollecitato cabina regina regionale per sollecitare la convocazione al Mise. Bisogna capire come assorbiamo gli esuberi. Fino al 2026, punto finale del piano industriale, dovremmo raggiungere l'obiettivo del riassorbimento. Con la Natuzzi le relazioni negli ultimi tempi sono migliorate tantissimo. Ultimamente sottolinea Delle Noci - abbiamo visitato il sito di Altamura, la fabbrica 4.0 ed effettivamente abbiano che i lavoratori operano con muovi macchinari. C'è un modo nuovo di lavorare, ambiente organizzato, poco rumoroso, fondamentale per il benessere del lavoratore ma anche per la produzione. Abbiamo riscontrato note positive e speriamo possano continuare a esserci e chiudere così una volta per tutte la vertenza Natuzzi».
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