Minacciato di morte il sindaco Decaro dopo gli scontri con gli ambulanti abusivi. «Non mi condizioneranno»

Minacciato di morte il sindaco Decaro dopo gli scontri con gli ambulanti abusivi. «Non mi condizioneranno»
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Sabato 14 Maggio 2016, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 20:19

«Chi ha l'onore di fare il sindaco di una grande città come Bari non può avere paura. E poi, come diceva Falcone, il problema non è stabilire se uno ha paura o meno, ma come non farsi condizionare dalla paura». Il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Decaro, commenta così le minacce di morte ricevute per aver impedito nei giorni scorsi la vendita di carne da parte degli ambulanti abusivi durante i festeggiamenti del patrono San Nicola. Nell'ultimo giorno di festa la polizia ha dovuto “caricare” alcuni abusivi che, in segno di sfida, avevano acceso le fornacelle nonostante i divieti.

Per Decaro, però, «quello che è successo non ha nulla a che vedere col fenomeno degli abusivi», perché quel giorno «c'è stato uno scontro tra lo Stato e alcuni gruppi organizzati molto probabilmente legati alla criminalità». Da un lato, sottolinea il sindaco, «lo Stato e le forze dell'ordine chiedevano di spegnere le fornacelle, dall'altro questi gruppi dicevano agli abusivi di accenderle. E contemporaneamente gli abusivi venivano spinti dagli stessi gruppi a chiedere ai venditori regolari di chiudere dicendo che, se non avessero lavorato gli abusivi, non lo avrebbero dovuto farlo neppure i regolari».
«Ho dovuto chiamare io quelli autorizzati - ha ricordato Decaro - per dire che loro rappresentavano lo Stato e, se avessero chiuso, sarebbe stata una sconfitta per lo Stato. Quelle sono persone che hanno avuto il coraggio di fare il loro dovere, cioè aprire l'attività economica per cui erano stati autorizzati».
«Questo Paese - conclude - non ha bisogno di supereroi ma di persone come quegli operatori commerciali che hanno avuto il coraggio di tenere aperta la propria attività». 

Il sindaco Decaro ritiene comunque di «non avere bisogno della scorta: sarebbe - dice - una sconfitta per la città». Il sindaco sente che la cittadinanza gli è vicina: «I cittadini - dice - si sono schierati tutti dalla parte della legalità. In questa città i diritti sono delle persone che rispettano le regole». Decaro ricorda che per consentire a tutti di lavorare regolarmente, «abbiamo fatto fare corsi, abbiamo dato le autorizzazioni, abbiamo assegnato i posti». E ritiene non sia necessario un incremento degli uomini delle forze dell'ordine in città: «Perché quello che è accaduto l'altro giorno accade quotidianamente: è lo scontro tra lo Stato e gruppi criminali in questa città. Da anni forze dell'ordine e magistratura fanno un lavoro straordinario a Bari: hanno decapitato tutti i clan criminali, hanno fatto un grandissimo lavoro. Poi ogni giorno ci sono fibrillazioni tra i diversi clan per cercare di occupare spazi che qualcuno magari ha lasciato. Ci sono fibrillazioni interne ai clan per fare scalate interne, per prendere il posto di qualcun altro. Ma - conclude - la presenza delle forze dell'ordine e della magistratura si sente molto in questa città».

Numerosi gli attestati di solidarietà e i messaggi arrivati da ogni dove al sindaco Decaro.
«Da giorni il bravo sindaco di Bari @Antonio_Decaro viene minacciato di morte da alcuni clan. Siamo con lui e con la sua famiglia #daiAntonio». E' il tweet che stamani il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha scritto a sostegno del primo cittadino.

Solidarietà viene espressa dal presidente del consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, al sindaco di Bari, Antonio Decaro, oggetto di minacce di morte dopo le giornate di tensione tra Comune e ambulanti abusivi durante i festeggiamenti per il patrono San Nicola. «Insieme all'intera assemblea pugliese, che ha visto Antonio tra i suoi protagonisti nella scorsa legislatura - dichiara Loizzo - condanno con sdegno le intimidazioni e le violente espressioni rivolte al primo cittadino barese, impegnato con la sua amministrazione ad affermare il primato della legalità. La sua battaglia di civiltà è la nostra. Siamo con lui e non lo lasceremo solo: le leggi si rispettano, tutti dobbiamo sostenere il sindaco, la giunta e il Comune di Bari nella loro azione. La sfida civile - conclude - deve continuare e continuerà certamente».

Le intimidazioni «non fermeranno il lavoro dei sindaci». A dirlo, esprimendo «il sostegno e la solidarietà» sua e dell'Anci al sindaco di Bari Antonio Decaro, è il primo cittadino torinese e presidente dei sindaci italiani Piero Fassino. «Un ennesimo episodio - prosegue Fassino - che si aggiunge alle intimidazioni subite dal sindaco di Licata Angelo Cambiano. Dopo le intimidazioni subite in occasione della festa di San Nicola, le minacce pervenute preoccupano per un clima di intimidazione ai danni del primo cittadino di Bari e sono fatti che riportano al centro dell'attenzione il tema della sicurezza e della legalità». «Gli amministratori locali - conclude il presidente Anci - sono quotidianamente impegnati nelle proprie comunità per l'affermazione della legalità e nessuna intimidazione potrà fermare il lavoro avviato dai tanti sindaci italiani».
 

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