Estorsione al concerto di Vasco Rossi: cinque condanne fino a 7 anni

Estorsione al concerto di Vasco Rossi: cinque condanne fino a 7 anni
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Lunedì 25 Luglio 2016, 19:15
BARI - Il gup del Tribunale di Bari Antonio Diella ha condannato cinque presunti affiliati al clan mafioso Telegrafo-Strisciuglio, accusati di aver compiuto estorsioni ai danni di commercianti ambulanti durante il concerto di Vasco Rossi che si tenne nel capoluogo pugliese nel giugno 2015. In particolare il giudice ha condannato alla pena di 7 anni di reclusione, riconoscendo anche la contestata aggravante del metodo mafioso, i pregiudicati Nicola Schingaro, Antonio Lavacca, Marco Latrofa e Beniamino Loglisci. Condanna a 3 anni e 6 mesi per Domenico Citarelli. Gli imputati dovranno inoltre risarcire il Comune di Bari, costituito parte civile. La sentenza è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato. Stando alle indagini della Squadra Mobile, coordinate dai pm Roberto Rossi e Patrizia Rautiis, gli imputati in almeno 40 episodi avrebbero preteso da ogni chiosco il pagamento di una somma di 500 euro al giorno per ciascuna delle due date del concerto.

«La notizia di oggi conferma quello che cerco di insegnare alle mie figlie da padre e di spiegare a tutti i cittadini che incontro per strada nella mia veste di sindaco. Denunciare è sempre la strada giusta, l'unico strumento che i cittadini hanno per amare la nostra città, per tutelare il lavoro onesto e per garantire il rispetto delle regole per tutti». Così il sindaco di Bari, Antonio Decaro, ha commentato le cinque condanne inflitte oggi dal gup di Bari. «Queste condanne - aggiunge il primo cittadino - rappresentano una piccola vittoria per tutta la città e un grande incoraggiamento per chi deciderà, d'ora in poi, di stare dalla parte della legge, dalla parte di chi non si vuole arrendere e vuole lottare per continuare a fare di Bari una città sana e bella. Quando, un anno fa, sono venuto a conoscenza di quello che accadeva durante il concerto di Vasco Rossi, non ho avuto la minima esitazione a denunciarlo pubblicamente, perché il sindaco deve dare il buon esempio e deve avere coraggio anche per quei concittadini che in quel momento non ce l'hanno».
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