Uruguay, allenatore di calcetto uccide bambino di 10 anni

Uruguay, allenatore di calcetto uccide bambino di 10 anni
di Marta Ferraro
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Martedì 25 Aprile 2017, 14:53 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 17:00
L’Uruguay è sotto choc per un crimine che ha tanti interrogativi ancora da chiarire e dai contorni raccapriccianti. Fernando Sierra, 32 anni, allenatore di una squadra di calcetto, ha rapito e ucciso Felipe Romero di 10. I due, che si erano conosciuti nel 2015, avevano stabilito un forte legame, al punto da considerarsi padre e figlio. L’allenatore andava a prendere spesso il bambino a scuola e diceva che presto lo avrebbe adottato.

Anche Felipe, figlio di un’agente della polizia e ragazza madre, era legatissimo all’uomo e la polizia in una perquisizione nella casa del presunto assassino ha trovato dei messaggi del bambino "Ti voglio bene, papà", "Papà, non mi lasciare mai", "Buona Festa del papà". Dopo due giorni dalla sparizione dei due, le autorità hanno trovato i loro corpi senza vita, nelle montagne di Villa Serrana. La polizia sostiene che l’uomo ha sedato il bambino prima di sparare e dopo averlo abbracciato si è tolto la vita, come spiega il giornale spagnolo La Vanguardia, che lo ha definito un assassinio dai contorni passionali.

La stampa locale ha reso noto che il rapporto dei due andava molto al di là del campo da gioco. Erano andati persino in vacanza insieme in Brasile con il permesso scritto della mamma, che essendo agente della polizia, aveva preso informazioni sul giovane, quando si era accorta che invitava sempre più spesso il figlio alle partite e alle feste. Ma da queste indagini non era emerso niente di preoccupante, l’allenatore non aveva precedenti penali e dalla sua condotta non si sarebbe mai pensato a un epilogo del genere. La donna aveva concluso che Sierra voleva solo creare empatia con i giocatori. Dopo il viaggio con Fernando, la psicologa della scuola che seguiva Felipe aveva notato nel bambino comportamenti anormali e, dopo averne parlato con la mamma le aveva raccomandato di non permettere che avvenissero più gli incontri tra l’allenatore e il bambino.

Dopo la raccomandazione, la mamma del piccolo ha messo l’allenatore di fronte alla situazione e lo ha informato che avrebbe seguito il consiglio della psicologa.
La reazione non è stata quella sperata. L’uomo ha minacciato che si sarebbe ammazzato se non avesse più potuto vedere il piccolo, il suo "giocatore preferito". Il giorno del triste epilogo, Sierra è andato a prendere a scuola Felipe come tante altre volte. Ma al contrario di tutte le altre nessuno dei due ha fatto più ritorno a casa. Il giorno dopo, un macchina organizzativa della polizia si è messa in moto, alla ricerca dei due, il Ministero dell’Interno dell’Uruguay ha comunicato con un messaggio su twitter
«Sfortunatamente, questa mattina, una squadra di ricerca ha trovato sulle montagne di Villa Serrana i corpi senza vita».

Secondo i media locali, Felipe era scalzo ma non riportava segni di aggressione fisiche. L’autopsia ha rilevato, inoltre, che il bambino aveva ingerito dei tranquillanti prima di essere colpito con un colpo alla testa e successivamente l’uomo lo ha abbracciato prima di mettere fine anche alla sua vita.

Nessuno tra i familiari di Fernando Sierra riesce a spiegarsi come sia potuta arrivare a questo punto la situazione. Tutti quelli che conoscevano l’allenatore lo reputavano un ragazzo tranquillo incapace di un’atrocità simile né possedeva un’arma, tanto è vero che la polizia ora sta investigando per capire come l’uomo sia arrivato in possesso della calibro 22 con la quale ha terminato tragicamente il sequestro. 
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