Una due giorni dedicata al lavoro che manca al Sud poteva diventare un vuoto esercizio di retorica. Invece il convegno organizzato alla Stazione marittima di Napoli è cresciuto. Così accanto al presidente della Cei, Angelo Bagnasco, al ministro Claudio De Vincenti, al governatore Vincenzo De Luca, ecco arrivare a sorpresa il presidente della Sicilia Rosario Crocetta e quello della Calabria Mario Oliverio. E anche il commissario europeo per le politiche regionali: «La situazione dei nostri giovani è una delle grandi sfide del nostro tempo - spiega Corina Cretu - Ma l’Europa guarda ai giovani, c’è una ragione per dare speranze ai nostri giovani». La crescita dell’interesse intorno al meeting di Napoli è tale che il cardinale Crescenzio Sepe, nei saluti conclusivi, dice: «Se restavamo un altro giorno arrivavano tutti i presidenti delle regioni meridionali».
Le proposte della Chiesa del Sud dopo due giorni di confronto sono concrete e partono dalle esperienze già vive nelle varie regioni. Come quella che in Campania, in cui la Chiesa mettere a disposizione i propri terreni agricoli non coltivati per i giovani e la Regione che finanzia la fase di partenza delle nuove imprese. «Al Governo nazionale e a quelli locali - dice il
Al Mezzogiorno e alla spesa dei fondi Ue è dedicata l’iniziativa promossa stamane dall’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino (Città della Scienza, ore 10) con Cretu, De Vincenti, il capogruppo Psoe Pittella e i governatori del Sud. «La situazione degli investimenti è particolarmente preoccupante - dice Cozzolino -. Il loro livello aggregato resta ancora molto al di sotto del trend storico e del livello considerato ottimale dalla stessa Commissione. Negli anni scorsi gli investimenti pubblici sono stati sacrificati dalle politiche di consolidamento di bilancio, soprattutto nei paesi che già mostravano un insufficiente livello di investimenti fissi». «Noi siamo amici della politica di coesione, siamo qui per difenderla, e siamo qui per rinnovarla. Noi vogliamo l’Europa dei diritti, dei giovani, dell’integrazione Il 2017 – conclude l’eurodeputato - rappresenta un anno cruciale per la politica di coesione. Uno spartiacque fondamentale perché in 12 mesi, da un lato, saremo in grado di verificare l’effettivo impatto di una programmazione 2014-2020 che ancora stenta a decollare e dall’altro, getteremo le basi per il processo di riforma che ci accompagnerà per i prossimi mesi e che segnerà le sorti e gli indirizzi della prossima programmazione»