Anzi, come sembra trapelare su alcuni media da fonti dell'inchiesta, potrebbe trattarsi un gesto «passionale»: l'obiettivo dell'uomo, secondo questa ipotesi, sarebbe stato una donna, che è fra gli ustionati. L'attacco è avvenuto sulla tratta ferroviaria St. Margarethen-Sargans, mentre il convoglio si avvicinava alla stazione di Salez, alle 14:20. L'uomo, che aveva con sé del non meglio precisato liquido infiammabile, lo ha versato fra i passeggeri, dandogli fuoco, infierendo poi con un coltello. Gli altri sei feriti, oltre al bambino di sei anni, sono due adolescenti, ragazzo e ragazza, di 17 anni, un 50enne e due donne di 34 e 43 anni, secondo le primissime informazioni diffuse dalla polizia elvetica e diffuse dall'agenzia Aps. La procura di San Gallo ha aperto un'inchiesta penale e sul posto dell'aggressione i soccorsi sono giunti in forze, con tre elicotteri e tre ambulanze. I danni al treno sono stimati in 100.000 franchi. Ogni pista, comunque, al momento resta aperta. Compresa quella terroristica.
La Svizzera finora non è mai stata "toccata" da nessuno dei tragici attacchi che hanno colpito l'Europa.
Ma l'episodio di oggi sul treno ha riportato alla mente i precedenti: il 21 agosto del 2015 in Francia un marocchino di 25 anni, ha provato a sparare sui passeggeri del treno Thalys, nel dipartimento nord-orientale di Pas-de-Calais, ferendone alcuni prima di essere bloccato da altri passeggeri. La polizia, sebbene il ragazzo neghi, pensa si tratti di terrorismo islamico. Che invece è ben evidente nel gesto suicida del 17enne rifugiato afghano, che voleva «vendicare» la morte di un amico sotto le bombe in Afghanistan, e che il mese scorso ha attaccato con un coltello i passeggeri di un treno a Wuerzburg, in Germania, prima di venire ucciso dalla polizia.