Cantone: «Ricostruzione, rischio infiltrazioni mafiose»

Cantone: «Ricostruzione, rischio infiltrazioni mafiose»
di Francesca FILIPPI
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Domenica 28 Agosto 2016, 11:21
«Vedo due pericoli, tutti italiani, anche in questo terremoto, la mafia che ne approfitta e s’infiltra nella ricostruzione e le grandi abbuffate dei soliti speculatori». A lanciare l’allarme Raffaele Cantone, il presidente dell’Autorità anticorruzione.
Renzi chiede aiuto a Cantone e all’Anac. Un’altra grana? «La vedo come un’importante manifestazione di fiducia, che mi inorgoglisce - replica il magistrato - sia a titolo personale che per il lavoro svolto dall’Autorità in questi due anni. E poi già penso al futuro e a cosa potremmo fare». Secondo Cantone, nella fase della ricostruzione post-sisma «l’Anac può avere una funzione proficua se riesce a ricreare una situazione analoga a quella di Expo o del Giubileo. Ma perché ciò avvenga gli organi decisionali che gestiscono gli appalti devono essere uno solo o al massimo pochi. Un’attribuzione polverizzata a vari soggetti impedirebbe o renderebbe difficile un controllo a 360 gradi. Per le risorse che abbiamo non possiamo seguire 50 stazioni appaltanti». «Bisogna evitare - ha detto ancora Cantone - che i soldi pubblici finiscano in operazioni illecite. Ma quando Renzi parla di modello Anac pensa anche al rischio di infiltrazioni mafiose, perché tra le imprese che provvedono alla rimozione dei detriti e al movimento terra il rischio di infiltrazioni è altissimo. E’ necessario un controllo preventivo come avvenne per il terremoto in Emilia». «Bisogna - avvertte il magistrato - evitare il grande bubbone del sisma in Irpinia, non solo per il clamoroso spreco di denaro pubblico, ma perché proprio allora la camorra, da associazione dedita ad affari tradizionali, divenne imprenditrice».

Per il numero uno dell’Anticorruzione non c’è posto per «due Paesi inconciliabili». Quello con il volto dei volontari che arrivano da tutta Italia e scavano a mani nude fino allo sfinimento con una gara di solidarietà che coinvolge l'intero Paese, e «delle grandi abbuffate, di chi ne approfitta e specula, di chi, quella famosa notte del terremoto dell'Aquila, rideva pensando agli affari che avrebbe fatto. Da un lato, un pezzo d'Italia bellissimo, dall'altro c'è chi pensa che sui morti si possono fare più affari».
Anche il presidente dell’Anac, come Sergio Pirozzi, sindaco del Comune di Amatrice, dice no alle “new town”. «Quell'opzione all'inizio sembrò razionale perché c'era un'intera città a pezzi ma si è rivelata un fallimento. E in generale sul cosa fare, la scelta è politica».

Ad Amatrice, il borgo nel reatino con il più alto numero di vittime (230), è crollata parte della scuola “Romolo Caprarica". Era stata ristrutturata nel 2012 con criteri antisismici. «Su quell'appalto - spiega Cantone - bisogna accendere subito una luce. Sarebbe ingiusto dare giudizi su due piedi, ma se il terremoto fosse avvenuto in un altro momento dell'anno sarebbe finita come a San Giuliano di Puglia. Una strage di bambini». Ventisette, per l’esattezza, e un’insegnante. «L'Autorità giudiziaria e noi dell'Anac ce ne occuperemo per individuare le responsabilità».
Alla domanda se ha sentito il premier Renzi per parlare di ricostruzione, Cantone replica così: «Credo si debba iniziare a parlarne il più presto possibile, ma non è un problema di oggi o domani, ora c'è ancora la necessità di lavorare per individuare fino all'ultimo se ci sono persone sotto le macerie. Finché ci sono anche flebili speranze bisogna liberare il campo dalle macerie. Poi finita l'attività d'urgenza bisogna lavorare sulla programmazione». Poi «La prevenzione costa tantissimo - ha aggiunto - ed è quella che si vede meno, ma è questa la strada, soprattutto per una realtà che con i terremoti deve convivere. Ci sono esperienze di paesi che convivono con terremoti più frequenti e più forti e hanno danni molto minori».
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