Referendum, Vendola a Napolitano: insolito protagonismo
«La riforma mette il bavaglio ai cittadini»

Referendum, Vendola a Napolitano: insolito protagonismo «La riforma mette il bavaglio ai cittadini»
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Sabato 1 Ottobre 2016, 18:29
«Il presidente emerito ci ha abituato a un protagonismo politico abbastanza inusuale per un ex presidente». Così Nichi Vendola a margine della manifestazione che ha aperto la campagna referendaria di Sinistra italiana per il no a Firenze a proposito dell'intervento di Giorgio Napolitano. «Nel merito sono completamente in dissenso con quello che dice», ha aggiunto. Per Vendola la riforma costituzionale va nella stessa direzione «in cui vanno molti fatti brutti nel mondo, quelli che cercano di togliere diritti alle persone, voce e forza al mondo del lavoro per dare più potere alle oligarchie». Una riforma che secondo l'ex presidente della Puglia e fondatore di Sel è la riforma «Boschi/Verdini, un pasticcio grave, perché scritta male, confusa e che lascia spazio a molte, troppe ambiguità. Una riforma - ha concluso - pericolosa perche' va nella direzione di privare i territori, le comunità locali e i cittadini di quel poco di potere che hanno ancora nelle mani».
«E' brutta l'immagine di un Paese a sovranità limitata, in cui l'ingerenza delle potenze straniere, e vorrei includere anche Marchionne, che fa affari in Italia e trasferisci all'estero le risorse per non pagare le tasse, e' brutta l'immagine del governo Renzi che cerca l'endorsement lontano da dove la gente sta piuttosto incazzata». Lo ha detto Nichi Vendola a margine della manifestazione per il no a Firenze. Per Vendola Renzi, con la sua politica, "strizza l'occhiolino ai potentati del mondo ed è grave che lui abbia ubbidito come uno scolaretto all'input delle banche, di quella banca americana che diceva «bisogna cambiare le Costituzioni democratiche perche' danno troppi diritti'". Dopo aver ricordato che anche l'Ocse oggi è intervenuto dicendo 'che bisogna fare le riforme costituzionali per far crescere il Paese», Vendola ha detto che questo "non è vero: l'Italia è cresciuta negli anni Settanta, quando i lavoratori avevano più diritti". Per questo, secondo l'ex presidente della Puglia, "la campagna referendaria si giochera' su una semplice domanda del cittadino: cosa conto io. Si cerca di mettere la museruola ai cittadini". Il no al referendum, secondo Vendola, è infatti il no al Paese della propaganda che si contrappone al Paese reale: «Nel primo i cittadini perdono diritti e quindi il no e' un no alla cancellazione della realtà, un no a quello che ogni giorno una tendenza al regime vorrebbe far sparire dalla scena».
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