Papa Francesco telefona ai profughi iracheni: «Voi come Gesù, vi sono vicino»

Papa Francesco telefona ai profughi iracheni: «Voi come Gesù, vi sono vicino»
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Mercoledì 24 Dicembre 2014, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 21:56
«Voi siete come Gesù nella notte del Suo Natale: per lui non c'era posto, è stato cacciato via, è dovuto fuggire in Egitto per salvarsi. Voi questa sera siete come Lui e io vi benedico tanto, vi sono vicino». Sono le parole di Papa Bergoglio nella sua telefonata per i saluti natalizi ai profughi cristiani di Ankawa, in Iraq.



«Vi sono vicino con tutto il cuore - ha proseguito il Pontefice - e chiedo al Signore Gesù che vi accarezzi con la sua tenerezza e alla Madonna che vi dia tanto

amore».



Nel corso della diretta il Papa si è soffermato sul significato e sull'importanza dei termini «vicinanza» e «tenerezza» spiegando che «il Natale è proprio la festa della vicinanza di Dio con noi, e la tenerezza è quella Dio nel manifestarsi, quella di un bambino e di una mamma».



Papa Francesco ha poi spiegato come i cristiani possono essere tramite della tenerezza di Dio verso i fratelli che vivono situazioni difficili. «Gesù - ha spiegato - lo ha detto in due brani del Vangelo, nelle

beatitudini e nel brano di Matteo, 25: abbi cura dei malati, dei carcerati, delle vedove, di chi non ha da mangiare o da vestirsi; abbi cura dei bisognosi perchè questi sono la carne di Cristo, questa è la

tenerezza».



A seguire, il messaggio natalizio per la comunità irachena di Ankawa: «Cari fratelli e sorelle, questa sera viene Gesù; viene come un bambino tenero e innocente. Penso ai bambini che sono da voi, morti,

sfruttati, ma pensiamo anche che fra noi viene Gesù Bambino, lui è l'amore e la tenerezza di Dio. Che il Signore ci dia la grazia di riceverlo, con tanto amore. Penso anche ai nonni, agli anziani, che hanno vissuto

tutta una vita e adesso soffrono per questa croce. Che gli anziani diano a tutti la saggezza della vita. Nel mio cuore in questa notte ci sono i bambini e gli anziani. A questi, in particolare, e a voi tutti, rivolgo

di cuore la mia benedizione».
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