Morte di Cucchi, carabinieri accusati di omicidio. Tra loro un brindisino

Stefano Cucchi con la sorella Ilaria
Stefano Cucchi con la sorella Ilaria
di Alessandro CELLINI
2 Minuti di Lettura
Martedì 17 Gennaio 2017, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 19:37

La procura di Roma ha chiuso l'inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi (avvenuta il 22 ottobre 2009) e ha contestato l'accusa di omicidio preterintenzionale ai tre carabinieri che lo arrestarono il 15 ottobre. I tre sono ritenuti responsabili del pestaggio del giovane geometra. Per altri due carabinieri sono ipotizzati i reati di calunnia e di falso. I militari accusati di omicidio sono Francesco Tedesco, 35 anni, di Brindisi; Alessio Di Bernardo, 37 anni, di Venafro (Isernia); Raffaele D'Alessandro, 31enne di Villaricca (Napoli). I carabinieri che dovranno difendersi dalle accuse di calunnia e falso, invece, sono Vincenzo Nicolardi, 48 anni, di Pulsano (Taranto), e Roberto Mandolini, 45 anni, di Roma. Tutti, all'epoca dei fatti, erano in servizio presso il comando stazione di Roma-Appia; Mandolini ne era il comandante interinale. Ai cinque indagati è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini.

Secondo l'accusa Tedesco, Di Bernardo e D'Alessandro avrebbero prima arrestato Cucchi (che fu trovato con alcune dosi di droga), poi lo portarono in caserma «spingendo e colpendo con calci e schiaffi il Cucchi e facendolo violentemente cadere in terra». Stando al referto del medico legale, le percosse cui il giovane geometra fu sottoposto gli procurarono «la frattura della quarta vertebra sacrale e della terza vertebra lombare». I tre, all'inizio, erano accusati di lesioni personali aggravate. Poi la Procura ha deciso per l'aggravamento della contestazione.

Su Facebook la sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, ha commentato così: «Voglio dire a tutti che bisogna resistere, resistere, resistere. Ed avere fiducia nella giustizia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA