Migranti, la nuova road map degli scafisti: si parte dall’Egitto, si arriva in Calabria

Migranti, la nuova road map degli scafisti: si parte dall’Egitto, si arriva in Calabria
di Marco Ventura
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Sabato 23 Maggio 2015, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 08:36
Riprendono gli sbarchi a Lampedusa, le partenze non solo dalla Libia ma da Egitto e Turchia, e gli arrivi dei siriani che da tempo non si vedevano sui barconi. Si intensificano poi le operazioni di salvataggio della Guardia di Finanzia e della Guardia costiera italiane, ma anche delle navi militari di Paesi come la Gran Bretagna e la Francia.



I numeri dei migranti sbarcati nelle ultime settimane dimostrano che l’esodo, anziché diminuire dopo il tragico naufragio del mese scorso nel Canale di Sicilia con centinaia di morti, prosegue al ritmo anche di un migliaio al giorno. Inoltre, profughi e migranti economici che si presentano nei porti siciliani, calabresi, pugliesi versano in condizioni igieniche e sanitarie decisamente peggiori rispetto allo scorso anno.



L’ALLARME

Su questo scenario, delineato in sintesi dagli osservatori sul campo di “Save the Children”, grava un sentimento di attesa per le decisioni che saranno prese mercoledì 27 maggio dalla Commissione Ue, che non riguardano solo le quote della ricollocazione dei richiedenti asilo, ma aspetti molto concreti come il raggio d’azione entro il quale potranno spingersi le unità della missione europea Frontex di vigilanza (e soccorso) nel Mediterraneo. Il dato complessivo, elaborato da “Save the Children” sui numeri ufficiali del Ministero dell’Interno, fa segnare un livello record di 36.613 migranti approdati in Italia dal 1° gennaio al 19 maggio, di cui 3920 donne e 3267 minori (1157 accompagnati e 2092 non accompagnati). Fino al 30 aprile erano 26.228. Quindi dal 1° al 19 maggio, sono stati oltre 10mila. E i mesi più caldi, luglio e agosto, devono ancora venire.



RIPRESI GLI ARRIVI A LAMPEDUSA

Numeri che smentiscono la percezione di un affievolimento del fenomeno. Solo fra il 14 e il 16 maggio, in tre giorni, sono sbarcati oltre 3500 migranti (340 i minori). «Abbiamo notato una ripresa di soccorsi da parte della Guardia di Finanza che ultimamente non vedevamo più così coinvolta», dice Viviana Valastro, responsabile protezione minori migranti di “Save the Children”. Ma la grande novità rispetto al 2014 «è che sono ricominciati gli arrivi su Lampedusa, dove è particolarmente attiva la Guardia costiera». Quando era ancora in vigore Mare Nostrum, le navi militari con migranti a bordo, per motivi logistici non potevano attraccare sull’isola e venivano effettuati trasbordi dalle unità anfibie come il “San Giorgio” su altre più veloci che facevano rotta su Augusta.



GLI EXIT POINT

«Il porto di Lampedusa che lo scorso anno era quasi vuoto, quest’anno ha ripreso tutta la sua operatività sui migranti. A onor del vero la differenza – aggiunge Viviana Valastro – è che nel centro di primo soccorso di Lampedusa non ci sono i tempi di sosta eccessivi di di una volta, i trasferimenti dipendono dalle condizioni meteorologiche e la permanenza è ridotta a una settimana o due, bastano comunque 48 ore a creare una situazione di sovraffollamento di 80-100 persone». Altra novità, «negli ultimi mesi gli exit point, i punti d’uscita, erano in Libia, mentre gli sbarchi di queste ore su Reggio Calabria e Taranto hanno avuto come exit point località di Turchia e Egitto. In più, oltre a qualche palestinese, sono riapparsi i siriani. Sapremo nei prossimi giorni – conclude la responsabile di ”Save the Children” – se si tratta di un evento occasionale o se siamo di fronte a un nuovo esodo dovuto alla guerra».



Le nazionalità di provenienza sono per ora soprattutto eritrea e somala, poi dalla Nigeria e dal Gambia. Dall’Africa sub-sahariana. «Arrivano migranti che versano in condizioni igienico-sanitarie peggiori rispetto al 2014, un indicatore di condizioni di vita deteriorate». Nell’ultimo gruppo di minori non accompagnati, arrivati ad Augusta, la maggior parte erano affetti da scabbia, una malattia tipica di pessime condizioni di vita. Ancora. Ragazzi di paesi come Gambia e Mali raccontano di violenze gratuite, sempre più legate a discriminazioni nei loro confronti sia in Libia, sia al momento dell’imbarco». Ridotti, rispetto al 2014, gli arrivi di egiziani. Il vero punto interrogativo, che sarà sciolto forse il 27 maggio, è fin dove, cioè fin quanto a ridosso delle coste nord-africane, il board di Frontex, la missione navale sulle frontiere UE appena rafforzata, voglia spingere le proprie navi e i propri elicotteri.
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