Michela Murgia non c'è più. La scrittrice sarda si è spenta all'età di 51 anni, nella notte di San Lorenzo, come una stella cadente è volata via: una romantica coincidenza. Murgia in realtà lottava da mesi contro un tumore: era affetta da carcinoma renale al quarto stadio. Accanto a lei, la sua famiglia queer composta da i suoi «figli d'anima» e dal marito Lorenzo Terenzi.
Addio a Michela Murgia, la scrittrice è morta a 51 anni. Aveva raccontato di avere un tumore al quarto stadio https://t.co/r9NHIvROwa
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) August 10, 2023
La diagnosi
«Sono arrivata in ospedale in fin di vita. In ambulanza, in pronto soccorso e poi subito in sala operatoria. Era il secondo lockdown, Capodanno del 2021. Ero in condizioni di semi incoscienza, convinta di morire e con i medici convinti che sarei morta. In realtà, sono sopravvissuta alla terapia intensiva per una reazione straordinaria del corpo alle prime cure di rianimazione e a due operazioni di svuotamento d’acqua dei polmoni. Quando mi sono ripresa e sono uscita, quando è arrivata la diagnosi del tumore era una buona notizia, perché avevo ancora tempo: non sarei morta in terapia intensiva».
Michela Murgia, lo scorso maggio rivelò ad Aldo Cazzullo, in un'intervista per il Corriere della Sera, di essere affetta da un tumore al quarto stadio, con metastasi «già nei polmoni, nelle ossa, e al cervello». Da quel momento, la scrittrice ha raccontato pubblicamente i suoi ultimi mesi di vita.
Già nel 2014, quando era candidata alla presidenza della Regione Sardegna, le era stato diagnosticato un cancro al polmone. Allora decise di non parlarne perché «non volevo pietà». Questa volta il cancro è partito dal rene, ma a causa del Covid «avevo trascurato i controlli».
L'elaborazione
Queste le parole della scrittrice rilasciate in un'intervista a tutto tondo con a Vanity Fair, e precedute dalla domanda: «Come ha vissuto la diagnosi del suo tumore?».
La 51enne firma dell'Espresso ha poi aggiunto altri particolari, rispondendo sempre alla stessa domanda: «Non ho provato rifiuto: quella notizia non voleva dire cancro, voleva dire tempo. Non ho paura della morte. Ho paura del dolore - racconta l'autrice sarda - Se si ammalasse uno dei miei figli, non sarei così serena. In quel momento non si erano ancora presentate né metastasi ossee né cerebrali. È gestibile anche questo stadio, perché posso parlare con lei, posso vivere, posso scrivere. In questo anno e mezzo ho scritto, sono andata in America da Alessandro, mi sono goduta le sfilate, sono andata sull’Orient Express… E tuttora ogni mattina mi sveglio pensando che ci sono persone che hanno la mia malattia e che non hanno la mia qualità di vita».
Cos'è il carciroma renale
Il carcinoma è un tumore maligno che origina da una cellula di tipo epiteliale e che prolifera in modo incontrollato. Questo tipo di tumore ha un buon potere infiltrante, intaccando regioni anatomiche vicine, e metastatizzante, diffondendosi per mezzo del sangue e del circolo linfatico in altri tessuti e organi.
Il cancro del rene è un tumore che in genere si origina dalla proliferazione incontrollata di cellule renali.I reni sono due organi pari, posti simmetricamente nella parte posteriore dell'addome, a livello lombare. Hanno la forma di due fagioli, delle dimensioni di un pugno, e contengono formazioni tubulari che filtrano il sangue trattenendo le sostanze di rifiuto prodotte dall’organismo. Queste sono poi espulse con le urine, che sono il prodotto finale della filtrazione renale.
Spesso il tumore del rene si sviluppa da cellule che rivestono l’interno di questi tubuli, anche se talvolta può aver inizio anche da altri tessuti o dalla capsula che ricopre esternamente l’organo stesso.
A oggi non è possibile prevenire il tumore del rene, se non evitando fattori di rischio come il fumo. L’esecuzione annuale di un’ecografia dell’addome (pur non essendo raccomandata da alcuna linea guida perché non risponde ai criteri di costo-efficacia richiesti da uno screening) può favorire la diagnosi precoce non solo del tumore al rene, ma anche di altri visceri (fegato, pancreas, vescica). Questo tipo di sorveglianza va però eventualmente consigliata dal medico sulla base del rischio individuale.
Il silenzio
Ha scelto il silenzio Lorenzo Terenzi per omaggiare la morte della moglie Michela Murgia, scomparsa nella serata di giovedì 10 agosto. Nel post pubblicato su Instagram nella notte tra giovedì e venerdì appare solo una fotografia della scrittrice, in abito rosso corallo (e turbante in tinta), sorridente e con un braccio alzato.
I «figli d'anima»
Nella famiglia queer della Murgia fanno parte anche i quattro «figli d’anima» di Michela, morta oggi a 51 anni a Roma, Raphael Luis, Francesco Leone, Michele Anghileri e Alessandro Giammei. Sono entrati nella vita di Murgia in momenti diversi, in occasioni diverse, ma indipendentemente dal come e dal dove si sono amati senza alcun limite e liberamente. Si sono sostenuti, si sono aiutati e quando Michela ha vissuto i momenti più dolorosi della malattia si sono tutti riuniti nella casa che Murgia è riuscita a comprare a Roma. Una casa per la famiglia e della famiglia, un rifugio che tutti hanno collaborato a costruire arredando, montando e svuotando scatoloni.
I libri
Tra le sue opere : Presente (con A.
- Il mondo deve sapere (2006),
- Viaggio in Sardegna (2008),
- Accabadora (2009),
- Ave Mary (2011),
- L'incontro (2012),
- Chirù (2015),
- Futuro interiore (2016),
- Persone che devi conoscere/1 (2018),
- Noi siamo tempesta (2019), Stai zitta (2021).