Italicum diventa legge con 334 voti a favore e 61 contrari

Italicum diventa legge con 334 voti a favore e 61 contrari
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Lunedì 4 Maggio 2015, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 15:55

Sì definitivo dell'Aula della Camera alla legge elettorale. L'Italicum è stato approvato a Montecitorio a scrutinio segreto con 334 voti a favore, 61 contrari e 4 astenuti. Lo scrutinio segreto sul voto finale all'Italicum è stato chiesto da Fi, Lega e Fdi. Lo ha annunciato in Aula la presidente della Camera Laura Boldrini prima del voto stesso. Sul testo la scorsa settimana il governo ha incassato tre fiducie. L'Italicum entrerà in vigore da luglio 2016 (ecco come funziona).

L'Italicum diventa quindi legge senza il voto delle opposizioni che hanno scelto l'Aventino. Un applauso di pochi secondi partito dai banchi del Pd ha salutato l'approvazione della legge elettorale da parte della Camera. I deputati sono quindi defluiti dall'Aula con molti tra quelli della maggioranza che sono andati a baciare il ministro per le riforme Maria Elena Boschi, a partire dai ministri Angelino Alfano e Roberta Pinotti e diversi sottosegretari.

I numeri Oltre ai 60 voti contrari (i no sono stati 61 ma 1 è Saverio Romano di Fi), espressi nelle fila della maggioranza, nel Pd, a quanto emerge dai tabulati, alcuni esponenti hanno deciso di astenersi e altri della minoranza non hanno partecipato al voto. Si sono astenuti Marilena Fabbri, che era scoppiata in lacrime dopo aver votato la fiducia, Antonella Incerti e Donata Lenzi. Non hanno invece partecipato al voto i due prodiani Sandra Zampa e Franco Monaco e i bersaniani Michela Marzano, Giacomo Portas, Davide Zoggia.

Renzi e Boschi «Impegno mantenuto, promessa rispettata. L'Italia ha bisogno di chi non dice sempre no. Avanti, con umiltà e coraggio. È #lavoltabuona», ha subito scritto su Twitter il premier Matteo Renzi. «Missione compiuta. Il governo ha mantenuto l'impegno. Abbiamo promesso, abbiamo mantenuto. La legge elettorale è il simbolo di un governo che fa sul serio le riforme», gli ha fatto eco dalla Camera la Boschi. «Abbiamo superato la maggioranza assoluta dei voti alla Camera e comunque la maggioranza del governo ha risposto, visto che il governo ha messo la fiducia, rischiando di andare a casa se non fosse andata bene», ha poi detto Boschi intervistata a Otto e Mezzo su La7 subito dopo il voto.

Bersani Restano forti i dissidi nel Pd, la cui minoranza ha votato contro l'Italicum. «Il dissenso è stato abbastanza ampio. Ora cosa fatta capo A... ma il dato politico sia sull'approvazione della legge sia sulle dimensioni del dissenso è non poco rilevante», ha commentato a caldo Pier Luigi Bersani. «Se 38 sfidano non votando la fiducia vuol dire che il dissenso è molto maggiore.

Ma non sono i numeri ad interessarmi, il fatto è che si è approvata la legge elettorale con meno della maggioranza. Questo è il punto politico ed è quello che ho sempre detto a Renzi dall'inizio», ha detto Roberto Speranza.

Scelta civica determinante «Il voto di oggi dimostra che se la minoranza Pd si mette di traverso, senza Scelta Civica la maggioranza alla Camera non c'è. È un dato politico di assoluta rilevanza in vista dei futuri interventi di politica economica e di rinnovamento della nostra Pubblica Amministrazione», si legge in una nota di Scelta Civica.

Il premier prima del voto «Stiamo dando corso e concretizzazione alle riforme dopo decenni di parole in libertà. Questa prima parte di riforme è molto corposa ma anche doverosa. È l'abc per ristabilire le regole come dovrebbero essere: stiamo facendo la legge elettorale per dire che chi arriva primo vince le elezioni. Non sono cose particolarmente geniali», ha ribadito oggi il premier Matteo Renzi.

«I primi giorni in Europa mi guardavano con la faccia di chi diceva avanti un altro: 'vediamo a chi tocca, ne abbiamo visti tanti...'. La credibilità dell'Italia è centrale. Grazie a questa legge elettorale le cose cambieranno davvero: uno farà il presidente del Consiglio per 5 anni, magari 10 per poi andare a casa. Ma in quei cinque anni ci sta e ha una strategia», ha aggiunto.

«Stiamo rimettendo il paese nella carreggiata della normalità della pubblica amministrazione e istituzionale», ha sottolineato ancora. «Il Paese ha dimostrato una qualità strepitosa: a fronte di instabilità politica e continui cambiamenti in corso d'opera è riuscito a crescere, con alcune imprese anche con percentuali superiori a quelle di altri Paesi».

«Secondo me questa è l'ultima #lavoltabuona. Ciao, Maria Elena». È il messaggio che il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ha inviato stamani su Twitter a un giornalista che ironizza sull'iter della legge elettorale, sostenendo che quella che si apre oggi è «la 105esima "settimana decisiva" per la riforma elettorale». Il ministro sottolinea che questa settimana, che si apre con il voto finale alla Camera dell'Italicum, è anche «l'ultima», perché il testo è alla lettura finale.

Forza Italia Brunetta ha definito questa giornata «una violenza che Renzi e il suo governo, la sua maggioranza infliggono al Parlamento e all'intero paese». «Si approvano una riforma elettorale senza partecipazione alcuna da parte del resto del Parlamento. Lo fanno con colpi di maggioranza tra l'altro dichiarata incostituzionale dalla corte. Ricordiamo i 130 deputati del Pd dichiarati incostituzionali dalla sentenza della Corte di un anno e mezzo fa. Lo fanno grazie ai voti di fiducia, che hanno imposto la cancellazione di tutti gli emendamenti, insomma una violenza continua al Parlamento e alle regole del gioco della democrazia. Per questo noi non parteciperemo a questa giornata che consideriamo infausta e lasciamo al Partito democratico tutte le sue contraddizione, di chi è a favore, di chi è contro, di chi si astiene, di chi partecipa, di chi non partecipa».

«Vorremmo che fosse chiaro al Paese che Renzi non ha la maggioranza né del Parlamento né del Paese e neanche del suo partito. Proprio per questo assieme alle altre opposizioni non parteciperemo al

voto finale e diremo con grande chiarezza la nostra contrarietà e la nostra opposizione. La battaglia non è finita qui, il presidente della Repubblica dovrà meditare, come dovrà meditare la Corte costituzionale e dovrà meditare anche l'intero corpo elettorale, perchè è nostra intenzione chiedere un referendum abrogativo semmai questa legge dovesse essere approvata. Non saranno nè giorni né settimane né mesi facili per Renzi e il suo governo di prevaricatori», conclude.