Londra, uccisa in un raid la studentessa 17enne unitasi all'Isis: «Voleva tornare a casa»

Londra, uccisa in un raid la studentessa 17enne unitasi all'Isis: «Voleva tornare a casa»
di Federica Macagnone
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Venerdì 12 Agosto 2016, 15:13 - Ultimo aggiornamento: 13 Agosto, 16:25

Voleva fuggire da quell'orrore. Aveva capito che nulla di quello che le era stato raccontato era vero. La sua vita nell'Isis era solo un incubo, una scelta sbagliata che voleva lasciarsi alle spalle per ricominciare un'esistenza normale. Ma per Kadiza Sultana non c'è stato il tempo di tornare indietro: è stata uccisa da un raid aereo in Siria, poco tempo dopo aver comunicato alla sua famiglia la volontà di voler scappare dal Califfato. Probabilmente lo avrebbe fatto, se non avesse visto uccidere una giovane, picchiata in pubblico per aver tentato di abbandonare i terroristi.
 

 


Kadiza aveva solo 16 anni quando raggiunse la Siria nel febbraio 2015, dopo un volo partito da Gatwick e diretto in Turchia, con le amiche Shamima Begum e Amira Abase, entrambe 15enni. Le tre ragazze, alunne della Bethnal Green Academy a East London, erano state radicalizzate su Internet e avevano deciso di abbracciare una nuova vita tra le fila dello Stato Islamico. Le ultime immagini che le ritraggono sono quelle delle telecamere di sicurezza piazzate all'aeroporto turco: vestite ancora in abiti occidentali, sono state viste salire su un'auto che poi le avrebbe condotte a Raqqa. Una volta lì, le ragazze sono state date in spose ad alcuni combattenti e sono state addestrate per “missioni speciali”, facendo temere che potessero essere utilizzate come kamikaze. Kadiza, in particolare, aveva sposato un jihadista americano con origini somale. Tuttavia, dopo qualche tempo, il ragazzo venne ucciso in combattimento. Da quel momento la disperazione per una scelta azzardata e sbagliata si è impossessata di lei, come la volontà di far ritorno a casa.

«Troppo presto aveva scoperto che la propaganda dello Stato Islamico non corrispondeva alla realtà. Nella settimana in cui voleva mettere in atto la fuga – ha detto l'avvocato Tasnime Akunjee alla Bbc – una ragazza austriaca, la 17enne Samra Kesinovic, è stata uccisa. Aveva tentato di lasciare i territori dell'Isis e venne picchiata a morte in piazza. Da quel momento Kadiza ha realizzato che non aveva via di fuga, le punizioni per coloro che venivano acciuffate erano terribili. Credo che abbia visto la morte di quella ragazza come un segnale e ha deciso di non correre il rischio».

Una disperazione raccontata anche attraverso le parole di sua sorella, Halima Khanom, 26 anni, che ha rivelato le telefonate che Kadiza faceva alla sua famiglia dalla Siria: «Mi diceva che non aveva buone sensazioni. Aveva paura. Sapeva che i confini erano chiusi e che le possibilità di uscire viva da un tentativo di fuga erano pari a zero. Era terrorizzata e io mi sono sentita impotente. Eravamo pronti a una brutta notizia e sappiamo che adesso lei è in un posto migliore».

La morte di Kadiza, la prima ragazza britannica a essere uccisa nei territori Isis, ha scatenato timori per le sorti delle sue amiche e di una terza allieva della Bethnal Green Academy, Sharmeena Begum, che non ha alcun legame con Shamima, partita anche lei due mesi prima delle tre ragazze.
Le studentesse sono tra gli oltre 800 cittadini britannici che hanno lasciato il Regno Unito per arruolarsi tra le fila dello Stato islamico.
Si ritiene che almeno 250 abbiano fatto ritorno a casa: alcuni sono stati incriminati al loro rientro, altri sono stati reimmessi nella società, ma sono strettamente controllati dai servizi di sicurezza britannici.

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