Schianto contro il tir: sterminata una famiglia, gravissima una 14enne

Schianto contro il tir: sterminata una famiglia, gravissima una 14enne
di Nazareno DINOI
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Sabato 27 Agosto 2016, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 11:39
Erano partiti nella notte da Taranto, dove abitavano per via del lavoro del capofamiglia, ed erano diretti in Sicilia, terra di origine dell'uomo che guidava quando, all’altezza di Villapiana in Calabria, la loro esistenza si è cancellata. Un intera famiglia distrutta, marito e moglie e figlio di 19 anni morti sul colpo, in gravissime condizioni la figlia più piccola di 14 anni.
Viaggiavano a bordo di una Opel Mokka che si è scontrata frontalmente con un Tir. Sono morti così Roberto Santini, 51 anni, di Messina, militare della Guardia di finanza in servizio a Taranto, la moglie Rossella Sardiello di 46 anni, tarantina, e il figlio diciannovenne Marco. Lotta tra la vita e la morte la piccola Giorgia ricoverata nell’ospedale di Cosenza.

L’appuntato delle fiamme gialle, che prestava servizio nel nucleo assegnato alla polizia doganale di Taranto, era alla guida dell’auto quando per un colpo di sonno o un malore ha invaso la corsia opposta scontrandosi violentemente con il grosso automezzo.
La scena che si è presentata ai soccorritori è stata allucinante. I corpi che erano stati sbalzati era sparsi attorno all’auto distrutta. Inizialmente le quattro persone a bordo dell’auto erano state date come morte. Solo in seguito si è saputo che a farcela era stata la più piccola che lotta tra la vita e la morte nella rianimazione dell’ospedale di Cosenza.

Feriti lievemente anche l’autista e il passeggero del camion. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Polstrada e gli uomini della Guardia di finanza. Il primo a ricevere la notizia a Taranto, dopo pochi minuti dal sinistro, è stato il comandante del finanziere siciliano, il capitano Luigi Colucci, a cui toccherà oggi ricevere le tre salme portate in un primo momento nell’obitorio del cimitero di Trebisacce.
I funerali si svolgeranno lunedì nella parrocchia del quartiere Paolo VI dove abitava la famiglia Santini.
Una tragedia immane, la più grave che ha funestato questa estate di sangue sulle strade joniche. Sono ventitré, sinora, le morti nel tratto calabrese della statale 106. Se ne contano 17, invece, sulle strade della provincia di Taranto. In tutto 40, un’ecatombe senza precedenti.

L'ultima tragedia che si è verificata intorno alle 4 di ieri mattina, ha sconvolto l’intero Paese e non sono mancate le polemiche sulla scarsa sicurezza di quel tratto di strada già scenario di altri lutti. «Siamo tutti responsabili morali di questa strage», ha detto in proposito Fabio Pugliese, presidente dell’associazione «Basta vittime sulla strada statale 106», in un documento inviato al presidente della Regione Calabria.
Per l’associazione che si batte per la sicurezza della «statale della morte», quella di ieri notte è «la più grande strage di Stato della storia della Repubblica italiana».
Il camionista coinvolto nello schianto è stato sottoposto all'alcool test che è risultato negativo. La statale 106, intanto, che era stata chiusa subito dopo lo scontro per permettere i soccorsi, è stata riaperta dall'Anas e la circolazione è tornata normale nella tarda mattinata.





 
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