Immunità parlamentare, Orlando apre alla riforma: «Tempi ormai maturi»

Immunità parlamentare, Orlando apre alla riforma: «Tempi ormai maturi»
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Martedì 4 Agosto 2015, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 08:15
La modifica dell'istituto dell'immunità parlamentare «è una riflessione seria che si può fare, la discussione ormai è più di carattere politico e si guarda poco al merito». E' una riflessione politica ma anche una apertura importante quella del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che si inserisce nel dibattito aperto sul Messaggero dal magistrato di Cassazione Giuseppe Maria Berruti e dal viceministro Riccardo Nencini, dopo la vicenda Azzollini in Senato. Il Guardasigilli, nel corso della trasmissione «In Onda» su La 7 ipotizza che potrebbe essere affidata ad un organo terzo come la Corte Costituzionale la decisione sulle richieste di arresto per i parlamentari.



«Ormai si è rovesciato lo schema», ragiona Orlando: se nel passato le richieste a carico di deputati e senatori venivano regolarmente rispedite al mittente, «adesso nella stragrande maggioranza dei casi vengono accettate». Sottrarre la materia allo stesso Parlamento è possibile perché questa «viene spesso caricata di significato politico e si guarda poco al merito. Bisogna però rivedere la costituzione. E non significa rivedere le ragioni di quell'istituto». Entrando nel merito, Orlando osserva anche che la valutazione sulla congruità o meno della richiesta di arresto di un parlamentare, avanzata dalla magistratura, «la dovrebbe fare un soggetto terzo che non può essere nè la magistratura stessa e nemmeno il Parlamento». La Consulta, appunto. Sottolineando, comunque, che finora, con il governo Renzi, «sono state prevalenti le autorizzazioni all'arresto» dei parlamentari».



Restando sempre sulla vicenda Azzollini, e sulle parole di Matteo Renzi che ha difeso la libertà di coscienza ai senatori del Pd («il Senato non è un passacarte delle procure»), Orlando spiega di non condivide la frase di Debora Serracchiani che, dopo il no all'arresto aveva detto che il Pd doveva chiedere scusa. «Io una frase così non l'avrei pronunciata: prima di parlare sarebbe meglio avere piena contezza di tutto quello che c'è scritto nelle carte, soprattutto quando si tratta di temi così delicati come quello della privazione della libertà personale».

Sl.Bar.