Grecia, Renzi convoca Padoan. Il Tesoro: nuovi aiuti non si limitino alla finanza

Matteo Renzi
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Domenica 5 Luglio 2015, 20:06 - Ultimo aggiornamento: 21:32
Domani mattina, alle 9,30, il premier Matteo Renzi ha convocato, a quanto si apprende, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan a Palazzo Chigi per analizzare gli effetti del referendum greco in cui sembra ormai sicura la vittoria del "no" al piano dei creditori europei.



L'Italia ha buoni motivi per avere fiducia anche sul piano strettamente finanziario ed è pronta ad assorbire eventuali shock dei mercati, fanno sapere fonti del Tesoro precisando che comunque l'attenzione del ministro Padoan è concentrata soprattutto sull'economia reale e la ripresa. Secondo il ministro un nuovo programma di aiuti deve tenere conto della situazione di profonda crisi della Grecia e non può limitarsi alla dimensione finanziaria ma deve affrontare il bisogno di investimenti e le profonde riforme delle istituzioni economiche necessarie per rimettere l'economia greca sulla strada di una crescita sostenibile.



A prescindere dal risultato del referendum, sottolineano al Tesoro, al governo italiano è sempre stato chiaro che la priorità per tutti i Paesi è trovare le giuste misure per la crescita. Un problema più urgente per un Paese come la Grecia che ha sofferto di più la recessione ed ha un debito molto elevato. Ora quindi per recuperare la piena autonomia finanziaria della Grecia non ci si può limitare alla dimensione finanziaria ma un nuovo programma di aiuti deve affrontare il bisogno di investimenti e le profonde riforme delle istituzioni economiche necessarie per rimettere l'economia greca sulla strada di una crescita sostenibile. Ma questa crisi, è il pensiero che il titolare di via XX Settembre ha ripetuto più volte in queste settimane, richiede all'Eurozona di accelerare nel processo di integrazione nel solco indicato dal rapporto dei cinque presidenti.




«Ora è giusto ricominciare a cercare un'intesa. Ma dal labirinto greco non si esce con un'Europa debole e senza crescita», è il commento del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sul suo profilo Twitter.



L'Italia «è un paese con un forte avanzo primario, un deficit inferiore al 3% e una traiettoria in discesa, e una ripresa economica che tende a rafforzarsi e contribuirà a spingere in discesa anche il debito. Soprattutto è un paese che ha fatto e sta facendo profonde riforme strutturali che rendono la nostra economia più competitiva». È quanto sostengono fonti del Tesoro, evidenziando fiducia sulla tenuta della nostra economica, anche a fronte degli sviluppi della crisi in Grecia.



Anche sul piano strettamente finanziario, si fa notare in via XX Settembre, «abbiamo buoni motivi per avere fiducia: a metà anno il Tesoro ha fatto emissioni superiori al 50% del nostro fabbisogno a tassi molto bassi, il nostro piano di medio periodo è stato ispirato a criteri prudenziali proprio per assorbire eventuali shock, e i rendimenti sono cresciuti ma in modo contenuto, non abbiamo visto le impennate dello spread che abbiamo conosciuto in passato».



Al Mef, comunque, «si terrà sotto controllo come sempre l'andamento dei mercati finanziari», ma l'attenzione del Ministro «è concentrata soprattutto sui dati che vengono dall'economia reale: produzione, ordinativi e fatturato che vengono dall'industria e dagli altri settori dell'economia, e soprattutto l'andamento dell'occupazione, che è il vero obiettivo di lungo periodo del Governo».
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