Gli Agnelli e quel figlio complicato

Gli Agnelli e quel figlio complicato
di Mauro GILIBERTI
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Domenica 4 Dicembre 2016, 21:21 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 10:49



“Da bambino volevo assomigliare a mio nonno Gianni, poi ho capito che il nonno era il nonno ed io sono io”. A pronunciare questa frase è Lapo Elkann, nipote dell'Avvocato Agnelli. Ed ha ragione. Se col nonno condivide un certo “dandismo” congenito, rispetto al suo illustre antenato ha troppe derive. Però attenzione, Lapo non è Corona. Perché fa del male solo a se stesso. È la mattina di martedì quando la scaletta di Porta a Porta è rivoluzionata dalla notizia che Lapo Elkann è stato arrestato e poi rilasciato a New York.
Avrebbe simulato il proprio sequestro al fine di ottenere dai suoi famigliari la somma di 10mila dollari in contanti. A me è sembrato molto strano che un Agnelli debba architettare questo assurdo raggiro per "chiedere a casa" una somma che corrisponde per noi comuni mortali a cinque euro. Ma secondo i bene informati Lapo negli ultimi tempi usava viaggiare con i soldi “contati” (secondo i suoi parametri), proprio per non cadere in tentazioni. Perché questo impellente bisogno di dollari? Aveva terminato il denaro, dicono i media americani, spendendolo in alcool e droghe insieme ad un escort transessuale con cui avrebbe trascorso due giorni di eccessi in un bilocale di una zona malfamata di Manhattan.
Al punto che per continuare i bagordi, durati quarantott'ore, l'escort avrebbe anticipato di tasca propria. A quel punto Elkann avrebbe contattato telefonicamente qualcuno dei suoi, raccontando una bufala: di essere ostaggio di una donna che gli avrebbe fatto del male se non le avesse consegnato 10.000 dollari. Il 39enne imprenditore non aveva fatto i conti con la correttezza dei suoi parenti. Un famigliare si sarebbe infatti recato non in banca, ma dalla polizia, raccontando il tutto. Le forze dell’ordine di New York avrebbero a quel punto organizzato una falsa consegna dei soldi. Lapo e l’escort abboccano, presentandosi insieme.
Lapo è accusato di aver ingegnato questo goffo stratagemma per ottenere il denaro. Elkann è stato poi rilasciato, ma con un ordine di comparizione dinanzi al giudice. Per il sistema americano rischia una pena severa per "falsa denuncia", da due a dieci anni di carcere. Anche se onestamente, stando ai fatti, la sua colpa sembra essere solo quella di aver mentito ai suoi parenti.
Insomma, Lapo ci è ricascato dopo i fatti del 10 ottobre del 2005, a Torino.
Quando Donato Brocco, in arte Patrizia, si vede costretto a chiamare il 118 perché Lapo non respira. Sarà ricoverato in rianimazione dopo una notte di eccessi con tre transessuali, in un piccolo appartamento alla periferia della sua città. Dove poteva essere riconosciuto da tutti.
Questa volta non è giunto a tanto. E le sue intenzioni non erano bellicose. In un video pubblicato sui social aveva annunciato un viaggio d'affari, per mettere a frutto nuove idee. Invece il titolo in borsa è crollato, perché l'azienda è lui.
Si chiama “ginoandromorfofilia”, o transfilia: al 39enne imprenditore piacciono le forme dell'uno e dell'altro sesso. "E' un comportamento sempre più diffuso" secondo il docente di sessuologia dell'Università di Tor Vergata, Emanuele Iannini. “Tutto mi divide da lui, il mio unico eccesso è nel collezionare libri. Ma in qualche modo lo sento fratello, per una sorta di generosità nel farsi del male e nel mettersi nei guai”. A difenderlo è uno dei miei preferiti, Giampiero Mughini.
«È una persona insieme onesta e dolorante. Essere figli di un ricco non è una colpa. Ciascuno di noi ha delle incapacità nel tenere a freno le pulsioni. Lui di queste incapacità ne ha tante, ma è un essere umano, con tutte le sue grandezze e le sue miserie. E soprattutto non è l'ubriaco che investe i passanti incolpevoli sbandando con l'auto. Lapo da tanti anni fa del male solo a se stesso. Per questo non c'è da difenderlo, c'è da trattarlo come uno di noi, che supera talvolta le sponde della vita».
Insomma non è Corona che ricatta il prossimo. Lapo «vorrebbe disperatamente essere amato da tutti», aggiunge Candida Morvillo. Ed effettivamente nel suo desiderio sconfinato di essere divertente e creativo, riesce a farsi perdonare per la sua fragilissima guasconeria.
Lapo, il ricchissimo Lapo, ha una storia complicata: ed è la prova che i soldi non bastano per far felice un uomo. Con la madre ha rotto; e di fatto in famiglia lo tengono fuori da tutto. Entra in Fiat a 21 anni, prima ancora lavora in Piaggio col falso nome di Lapo Rossi. Henry Kissinger, amico del nonno, lo ha formato sulle relazioni internazionali, rimanendo affascinato dalla velocità di testa del ragazzo.
Ma gli Agnelli non perdonano: dopo il primo scandalo perde il posto in Fiat, è fuori da tutti i cda. È quasi costretto a fondare Italian Independent, oggi quotata in borsa. Una società che produce l'eccentrico, occhiali ed altri accessori per la moda. Io ritengo il suo stile discutibile, ma di certo piace a Vanity Fair, che per quattro anni di fila lo ha eletto “uomo più elegante del mondo”. E per esperienza personale vi assicuro che parlando con un ottico vi dirà che i suoi occhiali sono fra i più richiesti. Italian Independent nel suo primo anno di vita, il 2014, ricava 28 milioni; nel secondo già 40. Oggi l'azienda non va bene, stretta nella crisi italiana. Ma Lapo ha annunciato l'aumento di capitale per rafforzare il marchio. È un capitano d'impresa.
Qualche tempo fa dichiarò: «Chi compra la Ferrari non compra una macchina, compra un sogno». Sergio Marchionne si precepitò, spietato, a dichiarare alla Consob americana che qualsiasi dichiarazione di Lapo sul marchio Ferrari non era autorizzata dal gruppo. Un'umiliazione. Lapo, il miliardario, è l'ennesimo figlio complicato della famiglia Agnelli. Vespa ricorda il figlio dell'Avvocato, Edoardo, morto suicida nel 2000. Giovannino, erede designato di Umberto, che morì stroncato da un male terribile e improvviso. Fu passando per queste tragedie che si arrivò al figlio di Margherita, John. Perché anche se era Lapo il preferito di Gianni, John è lucido e serio. E va forte: acquista Chrysler, mezzo Economist, debutta a Wall Street prima con Fca e poi anche con la Ferrari. Lapo ne soffre. In un'intervista rivela che l'Avvocato avrebbe voluto lasciare la Fiat in Italia. Ma lui, che è l'unico erede della famiglia Agnelli a non sedere nel cda della Exor, non ha voce in capitolo. Passi per la Juventus, per la quale gli è consentito solo tifare. Ma per Fiat soffre. La campagna per il rilancio del marchio torinese e della sua auto simbolo, la 500, dovevano essere il suo grande riscatto. Naufragato in una notte brava.
Chissà se gli riuscirà di rilanciare se stesso. I numeri li ha. Ed ha fatto male solo a se stesso.
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