Francia, aereo caduto: dalla rotta all'sos, i lati oscuri del disastro

Francia, aereo caduto: dalla rotta all'sos, i lati oscuri del disastro
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 25 Marzo 2015, 06:11 - Ultimo aggiornamento: 12:19
BARCELLONA Perché il comandante dell'Airbus 320 ha deciso, quasi all'improvviso, di scendere di quota rapidamente, a 1.000 metri al minuto? Come mai, dopo otto minuti di discesa, l'aereo si è stabilizzato, ma in modo effimero perché comunque era arrivato a una quota troppo bassa e si è andato a schiantare contro la montagna? Ma soprattutto: perché nei nove minuti il comandante non ha comunicato l'emergenza, non ha diffuso il mayday, non ha avvertito i controllori di volo che c'era un problema a bordo? Forse era in avaria la radio, ma il transponder funzionava perché l'aereo era nei radar: dunque perché il pilota non ha inserito uno dei codici che segnala una emergenza? Ecco affacciarsi una ipotesi drammatica, sostenuta però da vari piloti: a causa di una depressurizzazione improvvisa, tutti, piloti compresi, hanno perso conoscenza subito, tutte le altre manovre sono scattate in automatico, ma di fatto l'Airbus si è trasformato in un aereo fantasma. La stampa francese riportava la notizia di un caccia che ha seguito gli ultimi minuti del volo Germanwings, ma si tratta della prassi normale, visto che era stato perso il contatto radio.



Ieri c'era chi ipotizzava anche un dirottamento finito male o un attentato: ma la discesa è stata troppo costante per far pensare a un evento violento a bordo. Altri hanno guardato alla storia di quell'aereo, entrato in servizio per la Lufthansa nel 1991. L'Airbus della Germanwings era stato revisionato appena due anni fa. Lunedì però era rimasto a terra tutto il giorno, a causa di un problema al portello di chiusura dei carrelli. Secondo Lufthansa però era stato risolto e comunque appare difficile che possa essere trovata in questo la causa di quell'anomala perdita di quota.



Altro elemento, anticipato ieri dal quotidiano tedesco Der Spiegel: il 5 novembre 2014 un Airbus 321 della Lufthansa (alla cui galassia appartiene Germanwings) rischiò un incidente simile: perse quota mille metri al minuto e solo dopo avere spento il computer di bordo i piloti riuscirono a riprendere il controllo del velivolo. Fu verificato un cattivo funzionamento di alcuni sensori, a causa del ghiaccio. Questi sensori, però, ha spiegato un portavoce di Lufthansa sono stati sostituiti in tutti gli Airbus 320 del gruppo.



LA RICOSTRUZIONE Ma allora cosa è successo sul volo Barcellona-Dusseldorf? Cosa ha causato la perdita di quota così significativa e veloce, da 9.000 a 1.800 metri? Spiega un pilota di Airbus dalla vasta esperienza: «Partiamo da un elemento: si tratta di una perdita di quota significativa, ma non così catastrofica. In caso di una improvvisa depressurizzazione, ad esempio, perché si apre uno squarcio nella fusoliera o per altre cause, le procedure di emergenza prevedono una rapidità di discesa anche superiore.



Però in questo caso ci sono due cose strane: perché il pilota non ha virato verso il mare come vogliono le procedure? Perché non ha comunicato l'emergenza?». Le risposte possono essere varie, ma non convincenti fino in fondo: a causa della depressurizzazione, quindi della perdita di ossigeno a bordo, il pilota potrebbe non avere fatto in tempo a indossare la maschera e dunque potrebbe avere perso i sensi, mentre l'aereo ha iniziato una procedura automatica di perdita di quota. Altra possibile causa della perdita di quota la presenza di fumo a bordo, ma resta comunque la domanda irrisolta sul perché non abbia virato verso il mare.



«Non solo: in zona ci sono diversi aeroporti, perché non ha tentato di raggiungerne uno per un atterraggio di emergenza?». Ecco, allora, che si pensa a una anomalia dei sistemi di navigazione che abbiano tratto in inganno il comandante. Ma quei nove minuti - otto di perdita di quota a mille metri al minuto, l'ultimo di effimera stabilizzazione, sempre seguendo una rotta lineare - fanno apparire deboli, molto deboli, le ipotesi dell'azione violenta di un terrorista o addirittura di un atto volontario del comandante.