Giudici all'attacco sulle ferie: «Ci fanno crepare di fatica»

Giudici all'attacco sulle ferie: «Ci fanno crepare di fatica»
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Domenica 25 Gennaio 2015, 06:07 - Ultimo aggiornamento: 11:10
Le parole più pesanti arrivano dal procuratore generale di Torino Marcello Maddalena, che dalla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario lancia un durissimo attacco al governo e alla riforma. Il dito è puntato, tra l'altro, sulla riduzione dei giorni di ferie per i magistrati (da 45 a 30). «Il presidente del Consiglio - accusa Maddalena - non ha trovato niente di meglio che ispirarsi al personaggio di Napoleone della Fattoria degli animali di orwelliana memoria, che aveva scoperto il grande rimedio per tutti i problemi della vita: far lavorare gli altri fino a farli crepare dalla fatica». Ma anche a Perugia e Bologna la polemica non rimane sotto traccia: il governo, paragonato all'esecutivo Berlusconi, viene accusato di avere scaricato sui magistrati i problemi della giustizia in assenza di interventi concreti.



LE FERIE

Maddalena non usa mezzi termini: «La prima riforma del governo Renzi nel campo della giustizia - ha spiegato - è stata quella che ha brutalmente e malamente ridotto le ferie dei magistrati ed è stata una riforma che non solo per i contenuti, ma anche per il modo in cui è stata attuata, addirittura con decreto legge e per i commenti sprezzanti che l'hanno accompagnata, ”ancor ci offende”.



Il primo grande rimedio del nuovo governo - ha aggiunto - è consistito nel costringere i magistrati a lavorare di più, come se la colpa principale del dissesto dell'amministrazione della giustizia dipendesse dalla scarsa operosità dei magistrati quando invece è da anni pacifico che la produttività della giustizia italiana è fra le più alte d'Europa». Poi ha chiosato: «Sono personalmente convinto che ciascuno di noi deve cercare di dare di più, ma l'essere esposti alla gogna del decreto legge, sotto l'accusa, anzi l'implicita condanna, di scansafatiche, ci sembra francamente superare i confini del doveroso rispetto tra organi istituzionali».



LE RIFORME

Sulla stessa linea il procuratore generale di Perugia Giovanni Galati che ha attaccato: «Due sono gli argomenti che hanno preoccupato e preoccupano il legislatore, le ferie e la responsabilità civile dei magistrati, senza prestare la doverosa attenzione alle vere riforme legislative che inciderebbero positivamente sul funzionamento della giustizia. Si dimentica e si è italicamente dimenticato che dalla fine degli anni Settanta a oggi la magistratura, con l'ausilio delle forze dell'ordine, ha operato in maniera determinante, anche con il sacrificio della vita da parte di alcuni per il rispetto della legge e per il mantenimento della democrazia in Italia».



Ma Galati punta anche sulla necessità di interventi: «La prescrizione - ha detto - è la spinta primaria che rende conveniente delinquere e, per tale ragione, dovrebbe smettere di decorrere dopo il rinvio a giudizio. Identici i toni del presidente della Corte d'Appello di Bologna, Giuliano Lucentini, che hanno spinto il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti a lasciare la cerimonia: «Ho pensato che finito un certo periodo di tempo le cose potessero cambiare - dice - non siamo più additati come disturbati mentali, non si dice più che taluni di noi, quelli stessi, per vero, impegnati in ben noti processi, sono mafiosi, criminali, irresponsabili». Invece, ha proseguito, «mi sbagliavo, perché le cose sono sostanzialmente rimaste quelle di prima. Quello che è cambiato è solo il metodo, mediaticamente più sottile, e dunque di maggior suggestività».