Fake news e task force, Mantovano: l'antidoto principale è la trasparenza

Fake news e task force, Mantovano: l'antidoto principale è la trasparenza
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Giovedì 9 Aprile 2020, 18:01 - Ultimo aggiornamento: 18:05
L’emergenza Covid19 sta producendo una legislazione e un’azione di Governo “di emergenza”, per la necessità e per l’urgenza di emanare disposizioni di immediata attuazione. Da 20 giorni il Centro studi Rosario Livatino ha promosso sul suo sito www.centrostudilivatino.it una riflessione quotidiana sui profili più significativi delle modifiche normative in atto. L’obiettivo è di individuare i profili problematici della singola voce interessata dai provvedimenti del Governo, e di formulare proposte realistiche migliorative. L’approfondimento viene rivolto non solo a quello che l’emergenza ha imposto di cambiare, bensì pure a ciò che ha natura emergenziale, ma certamente non potrà trasformarsi in qualcosa di ordinario. 

Uno degli ultimi interventi è dedicato alla costituzione, sotto l’egida del dipartimento editoria della Presidenza del Consiglio, di una task force contro le fake news sul Covid19 (qui il testo integrale). L'analisi, firmata da Alfredo Mantovano, giudice ed ex sottosegretario agli Interni, parte da questo: "Premesso che non è stato ancora reso pubblico il decreto di costituzione, per cui non si sa quali siano le norme di riferimento, né quali i compiti e i limiti operativi del nuovo organismo, non si comprende la necessità di esso, nel momento in cui almeno tre realtà presidiano il terreno: la prima è la Polizia postale, che dal gennaio 2018, molto attiva col sito www.commissariatodips.it; la seconda è l’Autorità giudiziaria, con le numerose disposizioni penali tutelano da notizie deliberatamente false; infine ci sono i social network, con l’autoregolamentazione per l’inserimento in rete di notizie".

L’antidoto principale - sostiene l'autore - è comunque quella trasparenza che ci ha permesso di considerare “fake” le iniziali “news” di una emergenza soft, che non avrebbe provocato alcuna vittima, diffuse da virologi che continuano a essere ospiti dei talk show; o quelle che, a fronte di chi nei primi giorni sollecitava la totale chiusura di chi proveniva da Wuhan e da Hubei, proclamava che la vera emergenza era il razzismo; o, prima ancora della diffusione del virus, quelle che contrastavano la pratica dei vaccini, o quelle che si opponevano a interventi di respirazione artificiale, evocando l’accanimento terapeutico.

 
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