Casamonica, il capo dei vigili: intervenuti per evitare caos traffico. Il prefetto chiede chiarimenti

Casamonica, il capo dei vigili: intervenuti per evitare caos traffico. Il prefetto chiede chiarimenti
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Venerdì 21 Agosto 2015, 13:01 - Ultimo aggiornamento: 16:51

All'indomani dei funerali choc del boss dei Casamonica celebrati tra carrozze e Rolls Royce nel quartiere Tuscolano di Roma, si infiamma la polemica politica. E mentre il prefetto di Roma Franco Gabrielli chiede chiarimenti a questura, carabinieri, vigili urbani e Campidoglio, l'assessore capitolino alla legalità Alfonso Sabella ammette che quelle esequie «si potevano e si dovevano evitare». Intanto il M5S chiede che il Comune di Roma venga sciolto per mafia.

Intanto anche i vigili si difendono, affermando di essere intervenuti per «garantire la circolazione in quel quadrante della città che stava andando in tilt». A riferirlo fonti della polizia municipale di Roma in merito all'intervento di ieri in occasione dei funerali show del boss.

«Ieri mattina alle 10 il gruppo Tuscolano ha ricevuto la comunicazione di un grande ingorgo sulla via Tuscolana, fuori dal raccordo anulare ma in direzione centro città. A quel punto la sala operativa ha inviato una pattuglia per verificare le ragioni del blocco della circolazione», spiega in una nota il Comandante della Polizia Locale di Roma Capitale, Raffaele Clemente. «Gli agenti intervenuti hanno scoperto, in quel momento, che l'intralcio era dovuto alla presenza di un corteo funebre costituito da un carro con cavalli, nove furgoni con corone di fiori e almeno 250 auto. Tutte al seguito del carro - spiega Clemente -. Ciò avveniva all'altezza dello svincolo tra la via Tuscolana e il raccordo anulare. Per impedire che il blocco del traffico si estendesse anche al raccordo, i vigili hanno fatto accostare il corteo e regolato il tratto di carreggiata per far defluire la circolazione che nel frattempo si era

intasata alle spalle della processione».

«Lo stesso corteo - aggiunge il Comandante della Polizia Locale di Roma Capitale - è stato quindi allontanato dalla via Tuscolana per evitare che si creassero ulteriori disagi in una zona della città densamente abitata e trafficata, facendolo transitare per piazza Quinto Curzio. Contemporaneamente, sono intervenute altre tre pattuglie in piazza don Bosco per impedire che le numerose auto che nel frattempo erano già convenute per la cerimonia funebre, bloccassero la circolazione e le linee di trasporto pubblico».

«Pertanto, l'attività della Polizia Locale di Roma Capitale nella vicenda del funerale di Vittorio Casamonica si è limitata alla sola garanzia della sicurezza della circolazione - sottolinea Clemente - In questo frangente, insieme ad Ama, gli agenti si sono preoccupati di sollecitare la pulizia della sede stradale ingombrata dai fiori lanciati dai partecipanti al corteo, che potevano mettere a repentaglio l'incolumità dei cittadini, specie di quanti si muovono sulle due ruote».

L'agenzia funebre. «Siamo arrivati con il camion all'Ikea Anagnina.

Da lì ci hanno scortato i vigili urbani fino alla chiesa. Dietro il corteo funebre, poi, c'era una macchina dell'Ama che puliva tutto», racconta invece all'agenzia Adnkronos il titolare dell'agenzia funebre Cesarano che ha affittato il carro con sei cavalli all'agenzia di Roma EuroCOF («il prezzo, per tutti, è di 2.500 euro»), per il funerale del boss Vittorio Casamonica. «Da Anagnina in poi i vigili sono stati con noi - racconta Cesarano - sempre gli stessi, controllavano il traffico che si era creato. Poi quando stavamo nella piazza davanti alla chiesa a un certo punto è arrivata una macchina della polizia. È scesa una poliziotta donna, ha guardato tutto, la gente che c'era, poi se ne sono andati». «Era un boss ma alla fine era un uomo libero. Un boss di solito sta in carcere», conclude Cesarano.

«In trent'anni di servizio non avevo mai visto una cosa del genere», commenta un vigile. Il corteo avrebbe percorso diversi chilometri: dall'abitazione del defunto in zona Romanina a Cinecittà. «Abbiamo fatto in modo di far mantenere la destra - racconta - per far defluire il traffico. Il rischio era che andasse completamente in tilt la circolazione nell'intero quadrante della città. Sono state perciò predisposte chiusure e deviazioni».

La richiesta di chiarimenti firmata da Gabrielli è stata inviata formalmente con una serie di lettere. Una volta raccolti tutti gli elementi su quanto accaduto ieri Gabrielli invierà una relazione al ministro dell'Interno Alfano, nel più breve tempo possibile data la rilevanza della vicenda. Fonti della prefettura rilevano che in altre parti d'Italia funerali simili sono stati vietati.

«È accaduta una cosa grave», sono stati fatti errori ma Roma «non è connivente», dice Gabrielli a Famiglia Cristiana, ammettendo inefficienze e lacune dell'apparato di sicurezza, ma anche lamentando un'eccessiva amplificazione mediatica. Gabrielli difende Roma: «Non è corretto parlare di una criticità riferita al luogo». «Dico che è accaduta una cosa grave. Stigmatizzabile. Non doveva accadere. E invece è accaduta». Ci sono stati degli errori e «tre sono le cause: il funerale è stato celebrato in un quartiere diverso da quello di appartenenza del boss. Il periodo ferragostano ha generato un allentamento delle difese immunitarie anche in campo sociale. Infine, ed è una nostra mancanza, l'apparato di sicurezza non ha saputo cogliere i giusti segnali di quel che sarebbe successo».

«Solo il Questore poteva dare prescrizioni sulla cerimonia, qualora ci fossero stati i presupposti di legge. Ma né sul tavolo del Questore né sul mio - riferisce Gabrielli - è arrivata nessuna segnalazione in tempo utile. E qui sta il problema. In una società perennemente connessa non c'è stata la necessaria tempestività di informazione». Quanto all'elicottero dal quale sono stati lanciati petali di rosa, «era un velivolo ultraleggero. Sorvolava una zona della città non soggetta a restrizioni. Comunque sono in corso accertamenti per verificare la correttezza del sorvolo».

«Certamente si poteva e si doveva evitare. Se non si è evitato è perché Roma non ha ancora gli anticorpi necessari per comprendere e prevenire cose di questo tipo: l'esistenza della mafia è stata negata fino a pochissimo tempo fa», dice l'assessore e già magistrato anti-mafia Sabella per il quale «Roma non è una città mafiosa, ma ci sono delle organizzazioni di tipo mafioso che controllano pezzi di territorio. Questo è emerso soprattutto grazie all'opera della magistratura ma anche tutte le altre istituzioni ora stanno facendo il loro lavoro al meglio. Sicuramente bisogna accertare le responsabilità di quello che è accaduto ieri - che riguardano un po' tutti - ma più che fare polemiche bisogna riflettere ed interrogarsi. Non si può certamente impedire un funerale, soprattutto di una persona libera, ma si può evitare che diventi un momento di spettacolarizzazione del potere criminale, un'occasione di affermazione di questo stesso potere».

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