Un presidente della Repubblica «gradito» è la logica conseguenza del Patto del Nazareno.
Silvio Berlusconi da tempo non ne fa mistero ed anche oggi, approfittando di un collegamento telefonico con un'iniziativa di Fi ad Imola, sottolinea come la scelta condivisa del futuro Capo dello Stato sia una delle clausole dell'accordo siglato con Renzi. E non è un caso che il Cavaliere torni sull'argomento, ben consapevole che le sue dichiarazioni ottengono l'effetto sperato e cioè agitare ancora di più le acque dentro il Pd riunito in assemblea.
A prendere le distanze dalle 'rivelazionì dell'ex premier sono i due vice di Matteo Renzi, Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini «Il Quirinale non fa parte del patto», precisano i vicesegretari Dem.
Berlusconi riconosce che il patto del Nazareno «dà fastidio perchè ha impedito un'opposizione vera su tutto ed ha creato anche delle difficoltà dentro il partito ed ha disorientato gli elettori» ma, aggiunge il Cavaliere, «come facevamo a dire di no a delle riforme che sono le nostre». L'ex capo del governo però promette battaglia e di poter risalire la china dei sondaggi una volta recuperata la piena agibilità: «Dal 15 febbraio - avverte - ci sarà un cambiamento assoluto». Prima però c'è da capire come andrà a finire il rebus sul nuovo capo dello Stato. Berlusconi sa bene che sparigliare le carte conviene per depotenziare la forza del Pd che può contare su una pattuglia di parlamentari molto più influente di quella azzurra.
Ecco dunque il perchè del voler ritornare ancora una volta sull'argomento nel giro di poche settimane. Già perchè non è la prima volta che Berlusconi parla di un accordo con il premier per decidere il prossimo presidente della Repubblica, venendo sempre smentito dal diretto interessato. Le sue dichiarazioni però piombano come un fulmine a ciel sereno sull'assemblea del Pd dove non mancano le frecciate tra minoranza e segretario. Il premier si guarda bene dal replicare alle dichiarazioni del Cavaliere limitandosi solo a ribadire che «questo Parlamento è in grado di eleggere il successore di Napolitano quando sarà il momento».
A gettare acqua sul fuoco ci pensano i due vice che a distanza di pochi minuti smentiscono quanto detto dal Cavaliere: «Nel patto del Nazareno ci sono impegni importanti come le riforme» ma non il futuro inquilino del Colle. Al governatore del Friuli fa eco Lorenzo Guerini: «Non c'è nessun accordo che riguardi l'elezione del Capo dello Stato». Pronto a voler far 'pesarè i voti con la costituzione dei gruppi unici è anche il leader di Ncd Angelino Alfano. «Non abbiamo difficoltà a fare una scelta comune con Forza Italia» anzi deve essere «una figura che possa ottenere i voti del Pd, i nostri e quelli di Forza Italia».