Aereo caduto, continua la ricerca dei corpi: «L'aereo si è polverizzato»

Aereo caduto, continua la ricerca dei corpi: «L'aereo si è polverizzato»
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Giovedì 26 Marzo 2015, 15:36 - Ultimo aggiornamento: 16:51

Sono oggi all'alba le operazioni di recupero delle 150 vittime dell'Airbus della Germanwings schiantatosi martedì scorso nel sud della francia mentre era in viaggio da Barcelona a Dusseldorf.

I primi corpi, sparsi sul massiccio dei Trois-Eveches, sulle Alpi francesi al confine con l'Italia dove l'aereo si è schiantato, sono stati portati via con gli elicotteri nel tardo pomeriggio di ieri. Oggi cominciano le operazioni di identificazione e, sempre oggi, in Alta Provenza è previsto l'arrivo delle famiglie delle vittime. Oltre 400 gli uomini impegnati nelle ricerche fra i rottami dell'Airbus.

Dureranno almeno 15 giorni le operazioni di ricerca e di recupero delle vittime.

Lo riferisce un gendarme conversando con i giornalisti. «Lo schianto contro la montagna ha polverizzato l'Airbus - spiega - si tratta di un lavoro complicato». Sul massiccio dei Trois-Eveches i medici legali lavorano con gli uomini del Peloton D'Haute Montagne. «Sono tutti dotati di ramponi e piccozza per non scivolare, aggiunge. Lavorano in cordata, assicurati ai pochi alberi presenti nella zona».

Intanto sono arrivati a Le Vernet a bordo di sette autobus i familiari delle vittime della Germanwings. Scortati da gendarmi in motocicletta e da numerose ambulanze, il loro primo sguardo è rivolto alla montagna alle loro spalle, su cui martedì si è schiantato l'aereo con i loro cari. Di fronte alla montagna della tragedia, su un prato, sono state stese le bandiere delle nazioni delle vittime, tra cui quelle di Germania e Spagna, del Regno Unito, degli Stati Uniti e del Giappone. Tra una bandiera e l'altra un gendarme. I familiari sfilano accanto alle bandiere per fare ingresso nel piccolo villaggio di case di legno trasformato in centro di accoglienza. Quasi surreale il silenzio calato tutto intorno, dove ad assistere al loro arrivo sono presenti decine di giornalisti, di fotografi e di cameraman. Un altro gruppo di familiari è stato invece ricevuto nel centro di accoglienza allestito a Seyne-Les-Alpes, il paese a 8 chilometri da Le Vernet dove vengono coordinate le operazioni di recupero delle vittime.