Strage Airbus, uno dei piloti restato fuori dalla cabina di pilotaggio

Strage Airbus, uno dei piloti restato fuori dalla cabina di pilotaggio
9 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Marzo 2015, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 10:22

Inquietante svolta nell'inchiesta sulla tragedia dell'Airbus della GermanWings schiantatosi sulle Alpi Francesi. Al momento dell'impatto contro la roccia solo uno dei piloti sarebbe stato ai comandi del velivolo.

La rivelazione, ancora senza conferme ufficiali in Europa, arriva dal New York Times che fa riferimento, garantedogli l'anonimato, a uno degli esperti, un militare, della commissione d'inchiesta che ieri ha ascoltato il file estratto dalla scatola nera. Secondo il tecnico, appena l'Airbus decollato da Barcellona e diretto a Dusseldorf si è livellato alla quota di crociera, poco più di 9mila metri, uno dei due piloti ha lasciato i comandi ed ha raggiunto la fusoliera dove i passeggeri avevano appena avuto la possibilità di slacciare le cinture di sicurezza. Dal decollo erano passati poco più di 25 minuti e l'equipaggio stava cominciando a servire bevande e snack.

Secondo quanto riferisce il NYT, fino a quel momento le conversazioni registrate dalla scatola nera sono nella norma.

Poi però il tono della voce del pilota all'esterno della cabina di pilotaggio cambia bruscamente e ciò avviene quando l'uomo non riesce a rientrare a fianco del collega. Non è dato sapere se si tratta del comandante o del suo vice e nemmeno per quale motivo avesse lasciato il cockpit. Forse per fronteggiare un'emergenza? Forse per dare una mano ai quattro componenti dell'equipaggio alle prese con un principio di depressurizzazione del velivolo su cui viaggiavano 144 passeggeri, compresi due neonati? Oppure, ma qui il campo delle supposizioni viene esteso all'eccesso, è stato il collega a farlo uscire con una scusa per poi chiudersi nella cabina? Improbabile, secondo il militare che ha ascoltato le conversazioni a bordo, che qualcuno abbia obbligato con la forza il pilota a lasciare i comandi.

Di certo, secondo la fonte del quotidiano americano, il pilota, forse allarmato da quella discesa avviata dall'aereo, cerca con tutte le maniere di farsi aprire la porta: urla, batte i pugni, ma senza successo. Da ricordare che quella porta è blindata e che può essere manovrata solo dall'interno, proprio per impedire attacchi ai piloti. Così, secondo questa agghiacciante ricostruzione, al momento dello schianto c'è solo un pilota ai comandi, un pilota che, se in sé, non può non avere visto le montagne avvicinarsi.

Lo scenario che si apre a questo punto è ancora più complesso e spaventoso.

Forse un'avaria all'impianto di pressurizzazione ha spinto i piloti a dividersi, poi quello ai comandi ha perso conoscenza e non ha più potuto fare entrare il collega. A questo punto diventa ancora più importante ritrovare la seconda scatola nera, quella che ha registrato i parametri tecnici delle attività dell'Airbus tedesco.

Via via che passano le ore, fra l'altro, la maggioranza degli esperti ritiene che il velivolo fosse senza controllo umano al momento dello schianto, ovvero che fosse stato fatto volare in quel lungo "finale" (l'approccio all'aeroporto che però in questo caso non c'era) dai sistemi automatici. Questo se si vuole escludere l'ipotesi sin qui, a ragione, meno accreditata, quella del gesto suicida di un pilota. Una circostanza non esclusa per prammatica, ma certo assai poco quotata fino a quando non è emerso il fatto di quel pilota restato chiuso all'esterno del cockpit.

E poi, in quegli otto eterni minuti di discesa, che cosa avrebbero potuto fare il pilota lontano dai comandi e l'equipaggio altamente addestrato? L'unica azione preclusa è riuscire a sfondare quella maledetta porta. Forse, banalmente, non si poteva dare l'allarme con un cellulare magari di un passeggero? Oppure, pochi istanti dopo essersi accorto di essere fuori gioco, anche il pilota ha perso i sensi? Sempre se restiamo nell'ipotesi della depressurizazione e dell'avvelenamento progressivo dell'aria, qualcuno dell'equipaggio ha fatto in tempo a usare una delle almeno due piccole bombole di ossigeno che vengono tenute a bordo per fronteggiare malori dei passeggeri?

Se infine ci avventuriamo nella devastante pista di un pilota che deliberatamente si chiude dentro la cabina,diventa lineare il collegamento con l'ipotesi più accreditata dietro alla sciagura dell'areo della Malaysia Airlines.

Intanto i primi corpi delle centocinquanta vittime dell'Airbus della Germanwings, schiantatosi ieri mattina contro il massiccio dei Trois Evechès, nelle Alpi francesi, sono stati recuperati con gli elicotteri nel tardo pomeriggio: è quanto riferisce la Gendarmeria nazionale francese.

Erano riprese alle prime luci del giorno le operazioni sul massiccio dei Trois-Eveches, in Alta Provenza, sulle Alpi francesi al confine con l'Italia. Recuperata anche una delle scatole nere dell'aereo, soccorritori e forze dell'ordine sono impegnate ora nel difficile recupero di indizi che possano far luce sulle cause della tragedia. Smentito, nel corso della giornata, il recupero anche della seconda scatola nera. La prima è stata definita utile all'inchiesta.«Dati utilizzabili sono stati estratti dalla scatola nera» ritrovata ieri, ha riferito Remi Jouty, il responsabile del Bea, l'ufficio per l'inchiesta e l'analisi degli incidenti aerei, in conferenza stampa all'aeroporto parigino di Le Bourget. Dalla scatola nera è stato estratto un file audio, ma per l'interpretazione dei dati ci vorrà ancora qualche giorno. Per arrivare a una conclusione dell'indagine saranno necessarie, fanno sapere dal Bea in una conferenza stampa, alcune settimane.

Il ritrovamento del file audio «È una buona notizia, una notizia confortante. Ora è troppo presto per trarre la minima conclusione su ciò che è successo. Ci sarà lavoro dettagliato per capire i suoni e le voci di questa scheda audio», ha detto ancora il responsabile del Bea, «Non abbiamo ancora analisi precisa di tutti i suoni e le voci di questo file». Serve un «lavoro di comprensione dei suoni, delle voci, degli allarmi», ha insistito, parlando di un lavoro che «prenderà diverse settimane se non dei mesi».

L'ultimo messaggio trasmesso dall'Airbus A320 della GermanWings, intorno alle 9:30, era «un messaggio di routine», ha spiegato Jouty, sottolineando che «In questo momento non possiamo escludere alcuna ipotesi», nemmeno quella del terrorismo.

«L'aereo ha volato fino all'impatto» finale, ha continuato Jouty. «Non abbiamo la minima spiegazione sui motivi per cui questo aereo è continuato a scendere fino alle montagne nè tanto meno perchè non ha risposto al controllo aereo». Quanto alla traiettoria di volo, ha precisato, «l'aereo ha seguito la rotta prevista: da poco tempo aveva raggiunto l'altitudine di crociera di 38.000 piedi, l'ultimo messaggio di routine è arrivato intorno alle 9:30. Circa un minuto dopo la traiettoria dell'aereo comincia una discesa di poco meno di dieci minuti, l'ultima altitudine registrata dai radar è di circa 6.000 piedi. I radar - ha concluso - hanno potuto seguire l'aereo quasi fino all'impatto».

I resti dell'aereo. Sono visibili dall'alto, sorvolando il massiccio, i corpi delle vittime dell'Airbus della Germanwings, ha detto il coordinatore dei soccorsi, Xavier Roy, parlando con i giornalisti al campo volo. «Sì, si vedono dei corpi - dice - ma per rispetto dei familiari delle vittime preferisco non aggiungere altro». Inizierà domani, dice, l'identificazione dei corpi delle vittime. «I medici legali sono sul luogo dello schianto da ieri - spiega - e stanno effettuando le attività preparatorie ai lavori di identificazione».

Nonostante il buio e le precipitazioni della notte, in quota è rimasta anche una squadra specializzata nell'individuazione delle vittime dell'incidente. In giornata è atteso l'arrivo al campo base di Syene-Les-Alpes del presidente francese Francois Hollande, che accoglierà la cancelliera tedesca Angela Merkel e il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy.

L'Ufficio analisi e inchieste (Bea) sugli incidenti aerei terrà una conferenza stampa a Parigi intorno alle 16. Gli inquirenti hanno ritrovato ieri una prima scatola nera con le conversazioni dei piloti all'interno della cabina e sono ancora alla ricerca della seconda. La tragedia del volo Barcellona-Dusseldorf si è consumata in alta montagna, tra Digne-Les-Bains e Barcellonette in una zona impervia, accessibile solo a piedi o con l'ausilio degli elicotteri. In quella che è una delle peggiori catastrofi aeree della storia dell'aviazione civile europea i morti confermati sono 150 tra passeggeri e personale di bordo.

È la prima sciagura aerea nell'era del low cost in Europa quella dell'Airbus A320 della compagnia tedesca Germanwings, filiale a basso costo di Lufthansa in volo da Barcellona a Dusseldorf, schiantato ieri mattina poco prima delle undici sulle Alpi francesi, nel comune di Mèolans-Revel, in una zona inaccessibile, impervia e in parte innevata, nel massiccio montuoso dei Trois-Evechès, non lontano dal confine italiano.

L'aereo, che lunedì era rimasto fermo diverse ore per un problema tecnico, era decollato dall'aeroporto di Barcellona El Prat alle 10.01. L'atterraggio a Dusseldorf era previsto per le 11.55. Un disastro europeo che ha portato alla morte dei 144 passeggeri insieme ai sei membri dell'equipaggio a bordo: 45 spagnoli, 67 tedeschi, tra cui sedici studenti di una scolaresca, un belga.

Intanto, Germanwings ha cancellato almeno 30 voli in Europa, di cui 7 in partenza da Dusseldorf, perchè gli equipaggi si rifiutano di volare. Secondo quanto riferito dalla Lufthansa allo Spiegel Online, l'Airbus che si è schiantato sulle Alpi sarebbe stato diverse ore fermo ieri a Dusseldorf per un problema tecnico. Motivo dello stop un problema al «Nose Landing door» (il portello anteriore del carrello).

Sono le dieci e mezza del mattino quando l'ingegnere di guardia alla Direzione generale dell'aviazione civile francese (Dgac) lancia l'allarme ai superiori. «C'è una perdita radio», avverte il funzionario, lanciando l'allarme sul volo Germanwings 4U9525 che perde quota in modo anomalo. Anche se dal cockpit non arrivano 'mayday'. Immediatamente si sollevano in volo un caccia dell'aeronautica transalpina e un elicottero della gendarmeria.

Nella Francia colpita dagli attacchi jihadisti di inizio gennaio l'allerta terrorismo è ancora alta. Secondo il portavoce di Germanwings, l'apparecchio è precipitato per otto minuti - dai 38.000 ai 6.800 piedi - prima di scomparire dai radar alle 10.53. «È polverizzato», ha testimoniato un membro del soccorso alpino che ha sorvolato la zona della tragedia, nella zona di Barcelonnette, nelle Alpi dell'Alta Provenza, dove le autorità francesi hanno mobilitato un impressionante dispositivo di soccorso.

La zona a oltre duemila metri di altezza è innevata, inaccessibile ai veicoli, raggiungibile solo a piedi o con gli elicotteri. «Le operazioni di soccorso saranno estremamente lunghe e difficili», hanno annunciato in mattinata le autorità di Parigi. Nella base alpina da cui partono gli elicotteri dell'esercito e della gendarmeria è giunto anche il ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve, accompagnato, tra agli altri, dall'ambasciatrice tedesca in Francia.

Nel pomeriggio, Cazeneuve ha confermato il ritrovamento della prima scatola nera subito consegnata agli inquirenti del Bea - l'ufficio di inchiesta e analisi sugli incidenti aerei - che ha subito aperto un'inchiesta sul disastro e che domani terrà una prima conferenza stampa. Con la diplomatica tedesca, ha precisato Cazeneuve, «abbiamo sorvolato il luogo dell'incidente constatando insieme quanto sia difficile l'accesso». Quanto alla seconda scatola nera secondo il sito internet Airlive.net è «seriamente danneggiata. La memory chip si sarebbe staccata e non è stata ritrovata».

I resti dell'Airbus sono dispersi sulla montagna in un raggio di 2 chilometri. «L'aereo è entrato nella montagna e si è disintegrato. È difficile persino riconoscere i rottami», è stato il racconto di uno dei soccorritori. «È una scena spaventosa», si è limitato ad aggiungere al suo rientro in elicottero al campo volo di Seyne- Les-Alpes, dove è stata allestita la base dei soccorritori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA