«Le donne devono stare a casa», ricerca choc dell'Onu: la disuguaglianza viaggia sul web

La campagna di UN Women
La campagna di UN Women
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Lunedì 28 Ottobre 2013, 16:19 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 19:11
ROMA - Le donne devono..., Le donne non devono.... Provando a scrivere queste frasi sul motore di ricerca pi diffuso del web, Google, il suo sistema di completamento automatico, basato sul numero delle occorrenze trovate online, sulle possibilità più frequenti, sulle combinazioni più usate insomma, le finisce in questo modo: «Le donne devono stare a casa», «Le donne devono stare in cucina», «Le donne devono essere schiave», «Le donne devono essere controllate». E ancora «Le donne non devono parlare in chiesa», «Le donne non devono avere diritti», «Le donne non devono lavorare», «Le donne non devono guidare».



UN Women, l'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa dei diritti delle donne, ha usato la funzione di completamento automatico di Google per la campagna contro la diseguaglianza tra i generi, molto diffusa in tutto il mondo, anche in quello digitale. Il problema, poi, non appartiene solo ai paesi orientali come si potrebbe pensare, poiché le ricerche sono effettuate a livello globale.



Protagonisti del progetto, realizzato dal graphic designer Chris Hunt del network di comunicazione e marketing Ogilvy e Mather, i volti di quattro donne di diverse etnie, con la bocca coperta dalla stringa di ricerca Google che suggerisce il completamento automatico della frase in lingua inglese. La campagna è stata promossa anche in vista del 25 novembre, data in cui l'Onu celebra la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
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