Mulè, Paola Caputo morta soffocata
Il gip: ingegnere inesperto e imprudente

Soter Mulè
Soter Mulè
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Martedì 13 Settembre 2011, 11:02 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 19:37
ROMA - Asfissia da soffocamento. Questi i primi risultati dell'esame autoptico su Paola Caputo, la 24enne morta la notte tra venerd e sabato dopo aver partecipato ad un gioco erotico. Per la sua morte agli arresti domiciliari l'ingegnere Soter Mul, mentre ancora ricoverata in coma farmacologico Federica, la 23enne altra partecipante al gioco avvenuto in un garage alla Bufalotta. L'accertamento è stato svolto da Giorgio Bolino, esperto dell'istituto di medicina legale della Sapienza nell'ambito degli accertamenti disposti dalla Procura. I risultati definitivi arriveranno entro 60 giorni insieme agli esiti dei test sulla presenza di droga e alcol.



«Le due ragazze accettarono di essere legate senza che vi fossero minacce o costrizione da parte di Soter Mulè». Lo afferma il gip Marco Mancinetti nella motivazione del provvedimento con cui ha concesso all’indagato i domiciliari ipotizzando il reato di omicidio colposo e non quello di omicidio preterintenzionale. Il giudice dell’indagine preliminare Marco Mancinetti nella motivazione del provvedimento all’indagato comunque contesta un comportamento di gravissima imprudenza per aver messo in atto una pratica erotica nella quale egli stesso si definisce poco esperto. Una pratica oggettivamente rischiosa.



«Una gravissima imprudenza contrassegnata dall’aver dato corso a una pratica in cui egli stesso si definisce poco esperto e oggettivamente rischiosa». Si legge a carico di Soter Mulè, l’ingegnere meccanico di 42 anni accusato di omicidio colposo in quanto coinvolto nella morte di Paola Caputo, 23 anni, giunta nel corso di un gioco erotico che ha causato il grave ferimento di un’altra ragazza. Un gioco «che non prevedeva - come scrive il gip - alcun effetto di sollevamento mediante la corda al collo delle due ragazze».



Nell’ordinanza il giudice riconosce che da parte di Mulè «non vi è stato alcun comportamento di prevaricazione, di minaccia o di costrizione per indurre le due vittime ad accettare di essere legate». Nel provvedimento di sette pagine il gip afferma che il racconto offerto da Mulè, nel corso dell’interrogatorio di convalida, è «apparso attendibile» in questa fase.



Birra e hashish. Nel corso del confronto con il magistrato l’ingegnere ricostruisce quanto avvenuto nella notte tra venerdì e sabato in un garage in zona Bufalotta. «Verso le 14» Mulè ha contattato tramite Facebook sia Paola che Federica e verso le 19 era passato a prenderle. I tre si sono recati prima in un locale e poi al Circolo degli artisti, in via Prenestina. Sia Mulè che le ragazze, in base quanto si legge nel provvedimento, hanno preso rum, birra e «digestivi alcolici». L’ingegnere ha confermato di aver fumato dell’hashish. Mulè e le due ragazze decidono, quindi, di recarsi nel seminterrato di via dei Settembrini, conosciuto da una delle ragazze.



Nel suo racconto l’uomo afferma che la prima ad essere legata è stata Federica, poi la Caputo. Paola viene bloccata «in stazione eretta, con piedi a terra, ma subito dopo essere stata legata, accusa un malore e perdendo i sensi si accascia al suolo: il peso del suo corpo mette in tensione le corde, comprese quelle intorno al collo di entrambe le ragazze».



Mulè cerca di liberare le giovani, cerca un coltello prima nella borsa di Federica e poi nella sua auto. Sono attimi drammatici: quando trova la lama per Paola è oramai troppo tardi, Mulè tenta di soccorrere Federica e poi chiede aiuto.



«La famiglia oggi chiede con forza il rispetto della memoria della giovane Paola Caputo, che non può e non deve essere offuscata dalle dichiarazioni di parte e, ci si consenta anche di comodo, dell'ingegner Mulè». Lo affermano gli avvocati Maria Calise e Francesca G.Conte, legali della famiglia Caputo in relazione alla morte della giovane Paola, di Guagnano (Lecce), avvenuta qualche giorno fa durante un gioco erotico a Roma dove frequentava l'università.



Per le due legali, «la verità processuale saprà chiarire come la giovane Paola sia stata vittima di un gioco più grande di lei e sicuramente da altri orchestrato ed organizzato». L'avvocato Calise e l'avvocato Conte ne parlano in una nota diffusa «in nome e per conto della famiglia della povera Paola Caputo» per «l'imprescindibile necessità di ristabilire un principio di verità sostanziale che sembra negli ultimi giorni essere stato completamente obliterato». «I mass-media - affermano le due legali - continuano a dare largo spazio al presunto 'pentimentò dell'ingegner Soter Mulè, come se tutto quanto avvenuto in quel maledetto garage rientrasse nella normalità e fosse un semplice 'incidente di percorsò». «Il tempo è galantuomo - si conclude nella nota - così come anche le indagini, che sapranno certamente ristabilire quei principi di verità ai quali tutti aneliamo».
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